“Deluso da Torino, sono pronto a ripartire. Il mercato sempre aperto crea frenesia isterica nelle società”
Ospite in collegamento telefonico a “Basket Forum” in onda ieri su Siena Tv, Luca Banchi, l’ex allenatore della Montepaschi Siena vincitore da capo coach dello scudetto 2013 e reduce dalle burrascose dimissioni da Torino, ha detto la sua sulla fine dell’esperienza piemontese, sul passato senese e i problemi attuali del sistema basket italiano, tra mercato, società e procuratori:
“Ho archiviato la delusione dell’avventura torinese – ha detto – ora sono pronto a programmare nuove esperienze. C’è un briciolo di disorientamento, non so se potrò tornare ad allenare prima della prossima stagione, ero già rimasto fermo due anni. Ma ora sono concentrato sul futuro, questa delusione mi servirà a ponderare meglio le prossime scelte”. Il suo commento sul campionato di A2: “Conosco bene tante squadre ben allenate e strutturate, anche piacevoli da guardare e con molta dignità – ha spiegato – anche se c’è un gap evidente per via del numero di stranieri in campo” Proprio su questo alcune interessanti considerazioni: “Numero troppo alto di giocatori extra? Ci sono delle necessità, molte squadre fanno le coppe europee e ciò porta la necessità di avere organici profondi e competitivi. L’uso degli stranieri è una scorciatoia per essere competitivi, ma non è quello il problema – sottolinea – Bisogna dare agli allenatori la possibilità di poter lavorare sui giocatori, sui sistemi di gioco, sarei molto più severo sul discorso mercato. Così sempre aperto crea continue tentazioni di correggere, modificare, adeguare, si crea una frenesia quasi isterica nei management. Diamo più tempo agli allenatori, così si creano alibi e pretesti ai procuratori di prendere il sopravvento sulle dinamiche e sulle strategie dei club”. Più italiani protagonisti, è possibile? “Con più cura e attenzione sì, penso al lavoro della A2 in questo senso. Si può avere organici più taliani e altrettanti competitivi, a Torino avevamo pensato inizialmente di partire – racconta -con 5 stranieri e 7 italiani, per essere performanti in Eurocup. Ma non ci siamo riusciti, a causa di molte trattative saltate, con ad esempio Biligha, Aradori, Della Valle, Fontecchio e Abass”.
I suoi ricordi di Siena: “Emozioni indimenticabili e sopratutto irrevocabili. Anni indelebili – assicura – che rimarranno sempre nella mente e nei sentimenti, come le amicizie forti e i grandi legami venutisi a creare. Ho passato 7 anni straordinari a Siena, con 17 trofei, due Final Four, semplici numeri che testimoniano quanto fatto. E ci metto anche le brucianti sconfitte, che ti insegnano tanto”.