L’analisi sui crediti deteriorati mentre il cda di Mps discuterà il piano di salvataggio
Proseguira’ anche nella prossima riunione del cda, l’analisi del piano da parte dei consiglieri di Banca Monte dei Paschi. Una riunione probabilmente ancora interlocutoria, secondo quanto si apprende, con il titolo che ha ceduto l’1,59% a 0,23 centesimi, in attesa di capire i tempi definitivi per l’aumento di capitale fino a 5 miliardi. E con Andrea Bonomi che, secondo fonti finanziarie, non sarebbe apparso entusiasta di partecipare alla ricapitalizzazione, ma anche di come Rocca Salimbeni potra’ muoversi per liberarsi di una parte di Npl (Non performing loans). Proprio su questi l’attenzione e’ forte ormai da tempo e l’istituto senese, ancor prima che dalla Bce arrivasse l’invito a far scendere le sofferenze lorde a massimi 32,4 miliardi al 2018 dai 46,9 miliardi del 2015, e le sofferenze nette a 14,6 miliardi da 24,2 miliardi, aveva avviato un programma di cessioni (circa 2 miliardi i crediti in sofferenza ceduti nel 2015 e 1 miliardi era previsto per quest’anno). Il problema e’ casomai come nel tempo si sono realizzate le sofferenze nette. Una parte di risposta, in questo senso, era stata data dalla banca a un azionista che, prima dell’ultima assemblea, chiedeva di conoscere quante pratiche, e di che livello, formavano complessivamente il gettito delle sofferenze nette (9,7 miliardi al 31 dicembre 2015). L’11,2% delle pratiche (pari a 1.142.212.000 euro), scrive il Monte, avevano un importo da 0 a 150.000 euro, l’8,4% (809.708.000 euro) tra 150.000 e 250.000. Quando gli importi dei crediti concessi dalla banca salgono tra 250.000 e 500.000, salgono le percentuali: 10,7% (per 1.041.436.000 euro) e 12,9% per importi compresi tra 500 mila e un milione (1.257.528). Numeri che crescono ancora per gli importi compresi tra 1 e 3 milioni, 24,3% (per 2.332.577.000) e 32,4% delle sofferenze totali per importi superiori ai 3 milioni (3.120.668.000). dati che sono stati resi noti a più riprese anche da Radio Siena Tv.
Da questi numeri emerge, spiega una fonte all’Ansa e come spiegato più volte da Radio Siena Tv, che i crediti concessi da Mps (quelli di minor importo, ossia fino a 500.000 euro) sono circa 112.000 posizioni e rappresentano la somma totale di 2,9 miliardi di euro, pari al 30,3% circa del volume delle sofferenze complessive. Quindi il 69,7% dei crediti passati in sofferenza era stato concesso a “pochi” grandi “imprenditori”, circa 9.300 posizioni. “Difficile che la banca abbia concesso 3 milioni a un piccolo artigiano”, ribadisce la fonte. I 24 miliardi di crediti deteriorati netti al 31 dicembre 2015 rappresentavano il 20% dei crediti deteriorati netti dell’intero sistema bancario. Cifre che prima dell’acquisizione di Antonveneta e della successiva crisi del gruppo, erano ben diverse: i crediti deteriorati netti di Gruppo erano 3.928 al 31 dicembre 2007, 7.393 al 31 dicembre 2008 (dopo l’incorporazione di banca Antonveneta), 10.221 nel 2009, 11.381 nel 2010, 13.480 nel 2011, 17.397 2012, 20.992 (2013), 23.143 (2014).