Il 25 aprile per i senesi appassionati di corse di cavalli, il cuore si divide. C’è chi non ha resistito al richiamo della polvere di provincia e si è messo in macchina per raggiungere la Tuscia e seguire il Palio di Bomarzo e chi invece si è messo giacca e cravatta , le signore un bel cappello in testa, ed è andato a Firenze per vedere la Corsa dell’Arno all’ippodromo del Visarno.
Non erano tantissimi i senesi nel parco delle Cascine, ma quelli che sono andati all’ippodromo, certo non volevano perdersi lo spettacolo di una corsa così antica, la più antica 197° edizione, e respirare l’aria delle grandi occasioni che un teatro del genere può regalarti. La riunione di corse del Visarno è stata anche l’occasione per presentare una delle tante novità che il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, sta provando a fare per il rilancio dell’Ippica italiana e del cavallo in generale. Parte il 19 maggio all’ippodromo romano delle Capannelle per il Derby, il Palio delle Regioni, un circuito di ventuno tappe tra corse al trotto e al galoppo che si svilupperà in tutta Italia fino alla fine del 2025. Il cavallo da corsa, la sua velocità ed eleganza, hanno stimolato uno sponsor importante come Freccia Rossa che ha scelto di sposare il suo nome a quello del rilancio del cavallo da corsa. A breve il ministero pubblicherà un bando per raccogliere adesioni per gli sponsor che vorranno accompagnare questa grande scommessa dove il cavallo diventa il centro di un pano marketing a tutto tondo. Le tappe saranno veri e propri spettacoli a cielo aperto dove il cavallo sarà il traino per promuovere territori, prodotti tipici, artigianato, e passione. La passione, quella che coloro che amano i cavalli conoscono bene e che potrebbe contagiare anche chi non hanno mai messo piede in ippodromo.
La delega all’ippica è stata assegnata al senatore Patrizio La Pietra che, da Sottosegretario, tiene la barra dritta per mettere in riga un settore che da anni è alla ribalta delle cronache solo per notizie negative. Corse clandestine, truccate, scandali legati al doping o al traffico illecito di farmaci, lavoratori clandestini o al nero, animali maltrattati. Insomma, ormai l’ippica si porta dietro un alone negativo che fa male a tutto il settore. E pensare che l’Italia è la patria di Ribot , razza Dormello Olgiata allevato da Federico Tesio, vincitore dell’Arco di Trionfo del 1955 e nel 1956. Poi il fenomenale trottatore del mondo, anche lui italiano, il conosciutissimo Varenne. Ma la fama di queti due cavalli non è bastata per far fronte ad un disastro annunciato. L’ippica italiana agonizza, i gestori degli ippodromi ricevono dallo Stato milioni di euro per tenere aperti gli impianti e poco investono in promozione e buone pratiche. E così l’ippica e i cavalli scompaiono dalle cronache.