27 febbraio 2020. Un ragazzo di i 22 anni, giocatore della società della Pianese risulta positivo al tampone per il Covid-19. Si tratta del primo caso di un calciatore in Italia, ma anche il primo caso di ricovero al policlinico delle Scotte. Quel pomeriggio di 3 anni fa anche Siena ha iniziato a fare i conti con un nemico fino ad allora ritenuto lontano, anche se era molto atteso visto che il coronavirus SarsCov2 era già tra noi. A Codogno, in provincia di Lodi, una settimana prima era stato diagnosticato il primo caso di Covid-19 in Italia: il “paziente zero”. Da quel momento c’è stato un susseguirsi di dpcm del governo Conte, il lockdown, le zone rosse e gialle, l’andrà tutto bene, la “Verbena” dalle finestre, lo smartworking, i drive through per i tamponi, e poi i vaccini.
Era un giovedì, il 27 febbraio 2020, quando partì immediatamente la caccia ai contatti del ragazzo, a tremare anche la squadra della Juventus under 23 che pochi giorni prima aveva giocato contro la Pianese. Un giorno che Simona Dei, direttrice sanitaria dell’Asl Toscana Sud Est si ricorda ancora molto bene.
“Il primo pensiero fu ‘ci siamo’. E’ come quando si aspetta di arrivare ad un esame, è molto peggio il prima di quando sei davanti al professore. Ricordo bene quella prima notte del primo caso nell’Asl sud est. Fu una prima notte trascorsa a gestire il caso di questo ragazzo che stava combattendo con una malattia sconosciuta. Riunirci in squadra con le istituzioni è stato importante, eravamo un po’ preparati da quello che stava accadendo nel mondo e in Italia e, per fortuna, quel primo caso fu relativamente semplice”.