Sequestrato l’asilo domiciliare all’Acquacalda
Per molti genitori L.A. è stata un’ancora di salvataggio, l’unica possibilità per mamme che devono lavorare e che si erano viste rifiutare il figlio all’asilo pubblico. O che non potevano pagare le pesanti rette delle strutture pubbliche e private. L.A. era la tata a cui chiedere aiuto quando gli orari di lavoro erano incompatibili con quelli degli asili, o per chi non aveva necessità tutti i giorni ma solo per brevi periodi. Certo era necessario rinunciare ai murales con i cartoni animati, al pavimento in linoleum, alla mensa che arriva dall’esterno…
Nel suo profilo L.A. non faceva mistero del suo lavoro: tagesmutter e presidente di una onlus che ha come finalità il benessere dei bambini, anche quelli meno facoltosi.
Il ruolo di tagesmutter è ben definito: persone titolate ed esperte di crescita dei più piccoli, disposte ad ospitare bambini nella loro abitazione. Si chiama domiciliarità ed all’estero spesso è preferita agli asili pubblici. A Siena la voce che esisteva questa possibilità si è sparsa velocemente tra le mamme sempre alla disperata ricerca di conciliare lavoro e maternità. A rotazione erano nove famiglie che si rivolgevano a lei e che le affidavano i loro bambini dopo aver visitato la casa ed essere messe a conoscenza anche della presenza di un docilissimo cane. Ma il passaparola è arrivato fino alla procura e alla polizia municipale, che hanno deciso di aprire un’indagine.
E così al termine di lunghe indagini la polizia municipale ha denunciato L.A., ha chiuso l’asilo e posto sotto sequestro passeggini e giochi. Secondo un articolo apparso sul quotidiano La Nazione la giovane donna teneva i bambini in “due stanze e una cucina in condizioni igieniche pietose mentre avrebbe dovuto garantire spazi adeguati per la loro età”. Nell’articolo de La Nazione si spiega anche “le sono stati contestati anche reati fiscali e alcune pertinenze esterne all’appartamento dove faceva giocare i bambini nella bella stagione e dove aveva ammassato vecchi giochi molti dei quali rotti.
L’indagine, che porta la firma della squadra di polizia giudiziaria dei vigili urbani, parte qualche mese fa. Gli accertamenti degli uomini in divisa coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Nicola Marini fin da subito mostrano numerose difficoltà. Non è semplice per la polizia municipale trovare le prove concrete per chiarire esattamente cosa accade in quell’appartamento al primo piano all’Acquacalda. Tutti in quel condominio più o meno sanno che quella giovane donna ha realizzato un «tagesmutter». Lentamente e mettendo a frutto l’esperienza e le capacità investigative la pg della polizia municipale riesce ad alzare il velo. Il pm Marini convinto dai documenti depositati dagli investigatori (numerosi gli appostamenti e i controlli fatti in vari giorni di lavoro) decide per una perquisizione domiciliare. Così con quel mandato in mano la polizia municipale entra in casa. Impossibile sapere in questo momento cosa realmente si sono trovati davanti i vigili urbani. Fonti vicine alla Procura parlano di una situazione incredibile da un punto di vista igienico e di sicurezza dei luoghi destinati ai piccoli ospiti. Pare che i bambini giocassero, dormissero e mangiassero nelle stesse stanze in cui girava e praticamente viveva libero anche un cane. Vecchi materassini per terra, stoviglie sporche un po’ ovunque, prese della corrente senza alcuna protezione e cibo in cattivo stato di conservazione”.
“La donna – si spiega nell’articolo – a fronte delle contestazioni che le venivano mosse dalla polizia municipale si è difesa dicendo che quello non era un asilo ma semplicemente il suo era un adoperarsi per aiutare le famiglie con bambini piccoli che non potevano accudirli per problemi lavorativi. Intanto il pm in questi giorni sta ascoltando i genitori dei bambini e altre persone. E’ verosimile che a breve oltre all’asilo abusivo emergeranno altre e importanti novità”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Bruno Valentini (LEGGI le sue dichiarazioni) ed il consigliere Pietro Staderini ha chiesto l’apertura di altre strutture pubbliche per venire incontro alle esigenze dei genitori (LEGGI le richieste)