Non c’è 8 marzo senza mimosa. La Festa della Donna in Italia dal 1946 è segnata dalla mimosa, il fiore di stagione e poco costoso, simbolo facilmente accessibile a tutte le donne. Nel ‘900 sono state molte le battaglie e le conquiste delle donne nell’ampio spettro dei diritti. Ma ancora purtroppo si sente parlare di violenza di genere sotto tanti punti di vista, sia fisica che sessuale, sia psicologica che economica e reddituale, violenza che trovano terreno fertile nel mondo del lavoro ma anche nel contesto familiare.
“La violenza economica è il tipo di violenza che maggiormente è diffusa senza che sia percepita come violenza e che moltissime volte resta veramente sottotraccia – spiega Rossella Defranco, presidente CPO dell’Ordine dei Giornalisti di Siena -. Però è un tipo di violenza che si manifesta in tutti gli ambiti, in modo trasversale e in vari ambienti come quello familiare o quello lavorativo. Noi ce ne occupiamo anche sotto altri profili non solo direttamente intesa come violenza endofamiliare ma anche sotto altri aspetti come quello lavorativo e reddituale”.
Tanto lavoro di assistenza, di supporto psicologico alle donne a Siena lo fornisce il Centro Antiviolenza di Siena dell’Associazione Donna Chiama Donna di cui è presidente Vania Cesaretti che sottolinea come anche a Siena le richieste di aiuto sono in crescita e toccano tutti i ceti della società.
“Il territorio di Siena, purtroppo, non è esente da vittime di violenza di genere – dichiara Vania Cesaretti, Presidente del Centro Antiviolenza di Siena Donna Chiama Donna -. Nel 2024 i nuovi accessi sono stati 76, quindi abbiamo avuto 76 nuovi casi e quest’anno già siamo partiti con un numero maggiore rispetto ai primi due mesi dell’anno scorso. La violenza è trasversale, quindi abbraccia tutti e tutte, e tutti i ceti sociali, tutti i livelli culturali. Le donne che accedono al centro antiviolenza di Siena sono prettamente italiane, sono prettamente senesi, con maltrattanti del territorio”.