Si terrà mercoledì mattina di fronte al gip Ilaria Cornetti l’udienza di convalida dell’arresto dell’86enne che ieri mattina a San Gimignano, in Via delle Fonti, ha crivellato di colpi di pistola il vicino di casa 58enne, dopo una folle notte di violenti litigi e dissidi. Sull’anziano pende l’accusa, per il momento, di tentato omicidio, e anche di ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco.
La vittima dell’aggressione, raggiunta da tre proiettili, uno alla testa – che è entrato e uscito – e da altri due tra sterno e spalla, è al momento intubata all’ospedale fiorentino di Careggi in condizioni sempre più disperate. Data la gravità delle ferite, per i medici appaiono ormai residue le possibilità di sopravvivenza.
Nella mattinata di oggi, l’86enne pisano che risulta già pregiudicato, ha avuto modo di conferire con il suo avvocato, Manfredi Biotti, nel corso di un incontro di oltre tre ore al carcere senese di Santo Spirito, dove lo sparatore è stato tradotto. Il legale ha fatto il punto della situazione per capire come sono andate le cose, in attesa dell’udienza fissata dinanzi al giudice dove si valuterà se sia il caso che l’accusato fornisca la propria versione dei fatti. Udienza di convalida che, a causa delle vigenti restrizioni governative anti coronavirus, potrebbe tenersi in videoconferenza col carcere.
Secondo le ricostruzioni offerte dalla Procura di Siena (il fascicolo è in mano al pm Siro De Flammineis) e dai carabinieri di Poggibonsi e San Gimignano che hanno messo in manette l’aggressore, le discussioni tra i due vicini andavano avanti da molti giorni. Durante la notte antecedente all’aggressione, alle ore 3, l’86enne ha chiamato le forze dell’ordine per lamentare il fastidio causato dal vicino, che a suo dire non gli permetteva di dormire. Inutili le raccomandazioni e gli inviti alla calma dei militari, che sono anche intervenuti con una pattuglia nel tentativo di pacificarli. L’indomani, quando i due si sono rincontrati sull’uscio di casa, è ripartito lo scontro finchè l’86enne – con un debole per le armi – non ha fatto fuoco centrando in pieno il rivale, anche lui gravato da precedenti problemi con la giustizia.
I tre colpi, esplosi con un vecchio revolver a tamburo di piccolo calibro non lecitamente detenuto, sarebbero stati dunque l’atto finale di una lunga sequela di contrasti tra i due, nel particolare contesto sociale di un “residence” composto da appartamenti popolari che il Comune destina alle persone indigenti.
C.C