Si intitola ‘L’éternité de la fereur’ la mostra di Charles Szymkowicz, con gli scatti del fotografo Hubert Grooteclaes, che sarà inaugurata domenica 23 luglio alla Rocca di Castellina in Chianti e che rimarrà in esposizione fino al 3 novembre. La mostra è un omaggio a Leo Ferré, artista poliedrico, molto legato al territorio di Castellina in Chianti, tanto da decidere di passarvi gli ultimi anni della sua vita. A trent’anni dalla scomparsa dell’artista che fu cantante, poeta, scrittore e pittore, Szymkowicz vuole ricordare la sua amicizia e il suo amore per il territorio con una mostra del tutto inedita. Insieme ai suoi quadri anche gli scatti immortalati dal fotografo Hubert Grooteclaes.
“Sarà una mostra – spiega Giuseppe Stiaccini, vicesindaco del Comune di Castellina in Chianti – che omaggerà prima di tutto un nostro grande cittadino. Quest’anno ricorrono i trenta anni dalla scomparsa di Leo Ferré e ci sembrava giusto ricordarlo così come l’abbiamo conosciuto, immergendosi nell’arte. È stato un grande cantante, poeta e scrittore, un talento poliedrico nato in Francia ma che decise di trascorrere gran parte della sua vita a Castellina in Chianti. Ringrazio Charles Szymkowicz che non ha esitato un solo secondo quando gli abbiamo proposto di dedicare una mostra a Ferrè. Ci aspettiamo grande partecipazione, soprattutto per conoscere la vita meravigliosa e il talento di questo artista non troppo conosciuto in Italia, ma che ha fatto parte di un periodo storico della Francia”.
“Ferré – commenta Charles Szymkowicz, artista della mostra – ha segnato ogni capitolo della mia vita. Ricordo ancora quando all’età di 14 anni lo ascoltai per la prima volta alla radio in Francia, da allora mi ha accompagnato fino alla sua scomparsa. Non scorderò mai quando, nel 1971, mi chiese di disegnare la copertina di un suo album, Leo Ferré è stato un’artista a tutto tondo, eclettico e poliedrico. Per riassumere tutto ciò che ha fatto ci vorrebbe una vita intera e questa mostra vuole essere una celebrazione per i trent’anni dalla sua scomparsa. È un piacere ricordare questo talento, oltre a ritornare in questa provincia fantastica che mi ha dato e continua a darmi tanto”.
La mostra. Non è un caso che siano stati il tocco di Szymkowicz e gli scatti di Grooteclaes, i modelli scelti per ricordare i trent’anni dalla scomparsa di Leo Ferré. Una figura eclettica e dal talento poliedrico, conosciuto soprattutto come poeta, scrittore e cantante. In pochi, però, conoscono il suo grande genio artistico, capace di influenzare personalità come lo stesso Szykmowicz e il fotografo Hubert Grooteclaes. La mostra si presenta come una narrazione a due voci che ripercorre l’affascinante vita del maestro Ferré. Da un lato c’è il tocco espressionista di Charles Szymkowicz, dall’altro l’occhio di Hubert Grooteclaes, impressionato nei suoi scatti. Una mostra che rende omaggio anche all’amore che l’artista monegasco nutriva nei confronti del territorio del Chianti, dove proprio nel 1969 decise di trasferirsi per trascorrere l’ultima parte della sua vita, fino alla morte sopraggiunta nel 1993. Nella cornice affascinante e suggestiva della Rocca quattrocentesca di Castellina in Chianti sarà possibile ricordare l’artista monegasco, tra arte ed emozioni. Una mostra resa possibile grazie al contributo dell’artista belga insieme alle famiglie di Ferré e Grooteclaes che hanno fornito materiale affinché fosse possibile ripercorrere le tappe significative del genio.
L’artista. Quella di Charles Szymkowicz è una vita votata all’arte. Nato a Charleroi, in Belgio, da genitori ebrei polacchi fuggiti durante le persecuzioni naziste, l’arte espressionista racconta prevalentemente degli orrori vissuti in quella prima metà del ‘900. Legato a Siena e alla Toscana in generale, grazie all’amicizia con l’artista Leo Ferré, trasferitosi a Castellina in Chianti nel 1969, Szymkowicz è stato autore di importanti opere d’arte. La sua riconoscenza verso Siena e la Toscana lo ha portato alla realizzazione del Drappellone del Palio di Siena per la carriera di agosto 2018.
Grooteclaes. Hubert Grooteclaes nasce nel 1927 ad Aubel, in Belgio, sin da subito si innamora dell’arte, tanto da abbandonare gli studi per inseguire il suo sogno. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ritarderà i suoi progetti, ma senza mai abbandonare il desiderio di diventare un artista. Il primo incontro con la fotografia avviene nel 1947, quando la madre decide di regalargli una macchina fotografica, con la quale produrrà i suoi primi contenuti fotografici. Nel 1951 scopre il suo talento di ritrattista, immortalando nei suoi scatti Yves Deniaud, Raymond Pellegrin e Daniel Yvernel. Sarà l’incontro con Leo Ferré nel 1959 a lanciarlo nel mondo dell’arte, grazie alla collaborazione con l’artista monegasco con il quale inizierà un vero e proprio rapporto di amicizia. Grooteclaes si affermerà a livello internazionale, esponendo i suoi scatti in tutto il mondo. Muore nel 1994 nella sua casa di Embourg, vicino Liegi, dove da tempo aveva scelto di vivere.