Uno storico, un politico,un professore universitario, un uomo di contrada. Tante sfaccetature dello stesso profilo, quello di Enzo Balocchi che è stato ricordato nel salone degli specchi dell’Accademia dei Rozzi a cento anni dalla sua nascita. Un intero numero dei quaderni dell’Accademia è stato dedicato proprio alla sua vita e ai tanti suoi impegni.
“Ci sembrava doveroso dedicare a lui e a tutto quello che ha fatto da uomo politico, contradaiolo, dirigente di contrada, giurista, dedicarli una nostra pubblicazione “ ha detto l’Arcirozzo Alfredo Mandarini. Tra i relatori, anche Rosy Bindi che è stata una sua allieva che lo ha ricordato come “un uomo buono e profondamente credente, che ha fatto parte di quell’ala della Democrazia Cristiana di Fanfani, impegnata a ricostruire il paese dopo la guerra, un uomo che ha dato molto al suo partito e che forse non ha ricevuto abbastanza in cambio”.
“Una luce, un amico vero” così lo ha definito Giovanni Buccianti che nel raccontare episodi della loro amicizia, si è commosso. Poi Massimo Bianchi priore della Torre, che ha raccontato quanto Balocchi avesse portato dentro la contrada “Aveva istituito anche un gruppo che doveva fare da collante con i torraioli che vivevano nei quartieri periferici, e poi le borse di studio per i ragazzi della Torre meritevoli, e i suoi interventi in consiglio comunale, ricordiamo quanto spinse perché a Siena ci fosse la facoltà di economia e commercio che lui riteneva fondamentale”. Ai relatori, la famiglia Balocchi ha donato un ricordo. Uno stemma del comune di Siena in ceramica realizzato dal figlio di Balocchi, lo scultore Piergiorgio, con la dedica nella parte posteriore.
