Il gup del Tribunale di Milano Sofia Fioretta ha assolto con rito abbreviato i due genitori lombardi finiti a processo con l’accusa di riduzione in schiavitù nei confronti della figlia affidataria che si era poi trasferita nel senese.
Non sono state accolte le richieste di condanne avanzate dal pm milanese Stefano Ammendola che aveva riavviato l’indagine, già archiviata a Siena, chiedendo 8 anni di reclusione per l’uomo e 6 per la coniuge. La Procura milanese contestava agli indagati di aver esercitato per quasi 15 anni sulla figlia affidataria “poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà”, anche in contesti di “riti satanici e messe nere”. Al genitore affidatario veniva contestato anche il reato di violenza sessuale di gruppo.
La donna, oggi 41enne, era difesa dall’avvocato Massimo Rossi del foro di Siena, che come parte civile aveva presentato in udienza una richiesta di risarcimento danni per milioni di euro e ora proseguirà la battaglia in Appello contro la decisione odierna. In merito alla vicenda era intervenuta anche Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Femminicidio, la quale aveva presentato a settembre una interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio.