Incertezza sembra essere la parola che meglio può descrivere la situazione in casa Siena. Dopo anni segnati da continui stravolgimenti la Robur ha iniziato l’ultima stagione con l’ennesimo cambio societario, ma con la speranza di aver finalmente trovato stabilità. Una speranza che ben presto è crollata a causa di un crescente allontanamento tra società e ambiente senese. Un rapporto che si è inasprito sempre di più e che difficilmente sembra poter ritrovare l’armonia tanto sperata a inizio anno.
I lavori allo stadio Artemio Franchi che restano in bilico, con il comune ormai pronto a gestire la situazione, poi la promessa da parte del presidente di una Robur city, nuovo centro sportivo a Maltraverso, passo che secondo quanto affermato dovrebbe concretizzarsi a breve e di cui al momento si attende novità, ma soprattutto i due punti di penalizzazione per il mancato versamento delle ritenute Irpef. Potrebbe però non essere finita qui, si attende infatti di capire se a giorni arriverà anche un altro deferimento che potrebbe togliere al Siena altri punti in classifica per questa stagione o per la prossima, se i tempi saranno più lunghi.
Un insieme di dubbi e difficoltà che lasciano un alone di mistero e preoccupazione su ciò che avverrà dopo i playoff, se infatti tutti i pagamenti non saranno saldati entro il 15 giugno il Siena non potrà iscriversi al prossimo campionato. È questa la più grande paura, e così, in caso si verifichi la peggiore delle ipotesi, ci si chiede quale sarà il futuro del Siena. A fare chiarezza è stato l’ex dirigente bianconero Stefano Osti ospite ieri di “Fuoricampo”.
“Chi dice che il Siena deve partire per forza dall’Eccellenza, forse lo dice perchè non vede all’orizzonte soluzioni adeguate per poter partire dalla serie D. Ma nelle norme federali non c’è niente che precluda ad una città che ha fatto grande calcio per tanti anni e che ha mancato l’iscrizione ad un campionato professionistico di iscriversi alla serie D, anche se questo è avvenuto già in tempi recenti”.