Arresti domiciliari per affiliato alla ‘ndrangheta che vive a San Gimignano
La Polizia di Stato e la D.I.A. hanno eseguito 42 misure cautelari – 34 in carcere, 6 ai domiciliari, una delle quali eseguita nel Comune di San Gimignano, e 2 interdittive dall’esercizio di un pubblico ufficio- a carico di altrettanti soggetti appartenenti ed affiliati alla `ndrangheta delle cosche reggine “Raso – Gullace – Albanese” e “Parrello – Gagliostro”, indagati per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.
L´inchiesta, denominata “ALCHEMIA”, si è sviluppata in due fasi operative: una condotta dal Centro Operativo D.I.A. di Genova, in collaborazione con i Centri Operativi di Reggio Calabria e Roma, nei confronti di elementi affiliati alla cosca mafiosa “Raso-Gullace-Albanese” di Cittanova (RC); l´altra, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, condotta dalle Squadre Mobili delle Questure di Genova, Reggio Calabria e Savona, con riguardo a soggetti appartenenti alla medesima consorteria mafiosa ed a quella denominata “Parrello-Gagliostro” di Palmi (RC).
Le investigazioni hanno disvelato il grande interesse degli appartenenti alle citate consorterie della `ndrangheta per diversi settori “strategici”, quali il movimento terra, l´edilizia, l´import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse on line, la lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali, con l´individuazione di società intestate a prestanome.
Affiliati alla cosca cittanovese operanti in Liguria hanno confermato il loro profilo di pericolosità e di solido collegamento con la “casa madre”, evidenziando ancora una volta il rilevante ruolo della Liguria nelle dinamiche e negli interessi della `ndrangheta nel Nord Italia.
E´ stata altresì documentata la partecipazione a diversi summit mafiosi da parte degli indagati, sancendo la loro intraneità all´organizzazione criminale di matrice calabrese. Inoltre è stata accertata la rituale affiliazione di figli di `ndranghetisti al momento del compimento della maggiore età.
Sono state comprovate relazioni con esponenti della politica reggina, anche a livello nazionale, funzionali ad un reciproco scambio di favori, che hanno confermato l´interesse che le cosche hanno nel coltivare le indispensabili connessioni con il mondo politico. Altri rapporti intrattenuti con le medesime finalità sono stati riscontrati con funzionari dell´Agenzia delle Entrate e della Commissione Tributaria di Reggio Calabria.
Inoltre, in Liguria e Piemonte, è stata accertata l´infiltrazione degli appartenenti alla cosca “Raso – Gullace – Albanese” in sub-appalti già aggiudicati per la realizzazione dell´infrastruttura ferroviaria d´interesse nazionale denominata “Terzo Valico dei Giovi”, attualmente in fase di costruzione con l´avvenuta cantierizzazione di siti afferenti al settore ligure/piemontese. Allo scopo di agevolare l´inizio dei lavori alcuni affiliati hanno anche sostenuto il movimento “SI´ TAV”.
Particolarmente intensi sono stati i rapporti accertati tra le imprese della cosca “Raso – Gullace- Albanese” e gli amministratori di alcuni comuni liguri, il cui operato è stato oggetto di condizionamento, anche mediante la sollecitazione al pagamento indebito di somme di denaro, con specifico riferimento alla fornitura di servizi in materiale ambientale.
Le imprese edili e di movimento terra riferibili alla cosca “Raso – Gullace – Albanese”, hanno acquisito anche appalti dalla Cooperativa “Coopsette”, attraverso la corruzione di dipendenti infedeli che assegnavano le commesse a seguito dell´approvazione di preventivi appositamente “gonfiati”, così consentendo un maggior guadagno alle imprese mafiose e assicurarsi il pagamento di un corrispettivo.
La complessa attività investigativa ha permesso infine di documentare gli stretti rapporti e la sussistenza di interessi economici comuni tra la cosca “Raso – Gullace – Albanese” e quella dei “Parrello-Gagliostro” di Palmi (RC), i cui affiliati gestiscono numerose società – attive prevalentemente nel settore dei servizi di igiene ambientale con sedi in Lombardia, Emilia Romagna e Calabria – intestate a prestanome che, grazie a compiacenti imprenditori e manager genovesi e romani, avevano acquisito, tra gli altri, il sub-appalto per i servizi di igiene civile e industriale di “Poste Italiane S.p.a.” e “Alleanza Assicurazioni S.p.a.” in provincia di Reggio Calabria.
In particolare appare interessante la tendenza della `ndrangheta ad investire i propri capitali illeciti nel settore della produzione e commercializzazione di lampade a led.
Anche nel territorio del Comune di San Gimignano, in provincia di Siena, è stata notificata la misura degli arresti domiciliari, emessa nei confronti del socio di un’azienda, con sede in un’altra provincia della Toscana, lì domiciliato anche se residente a Reggio Calabria.
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Siena, insieme ai colleghi delle Squadre Mobili di Firenze e Genova hanno eseguito il provvedimento cautelare nella mattinata di ieri, 19 luglio, contestualmente agli altri, rintracciandolo nella sua abitazione.
L’azienda di cui è socio è stata invece perquisita e sottoposta a sequestro preventivo, come disposto dal GIP.
Inoltre sono stati documentati consistenti investimenti all´estero nel settore immobiliare mediante una serie di operazioni realizzate in costa Azzurra, nelle Canarie ed in Brasile, attraverso il riciclaggio di capitali di provenienza illecita e la contestuale acquisizione di disponibilità finanziarie in quei Paesi in forza di rapporti instaurati con fiduciari locali.
E´ stato, infine, eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari di nr. 21 società, la maggior parte delle quali con sedi in Liguria, Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria, riconducibili alle consorterie mafiose per un valore complessivo stimabile in circa 40 milioni di euro.