Tra l’evocazione fiabesca e la ricostruzione storica, Cristiana Capotondi ricorda a teatro i drammatici momenti dei bombardamenti del ‘43. Questa sera alle 21, e domani alle 17 al Teatro dei Rinnovati per il cartellone “Sipario Rosso”, a cura del direttore artistico Vincenzo Bocciarelli, va in scena “La vittoria è la balia dei vinti”, scritto e diretto da Marco Bonini. Capotondi sarà una madre alle prese con uno dei compiti quotidiani e più dolci, mettere a letto la figlia di sei anni che le chiede, per addormentarsi, di raccontarle qualcosa di quando era piccola lei. Pescando nella memoria, la mamma recupera l’avventura della bisnonna Vittoria e di come il 25 settembre del 1943 aiutò due gemelli.
“È uno spettacolo brillante, con dei momenti intensi anche di riflessione sul senso della guerra – racconta Capotondi -. Lo spettacolo inizia dalla richiesta di sua figlia, una bambina di sei anni, di raccontarle una favola. La protagonista è una donna che lavora e che però è presente nella vita dei figli, in questo caso attravero una videochiamata. Lei non sa che favola raccontarle, così pensa a nonna Vittoria. Sarà un monologo che in qualche modo renderà onore alle donne durante la guerra. Si tratta della famosa storia dal basso, ovvero una storia di persone qualunque, semplici, che non parteciparono ai grandi avvenimenti storici da protagonisti, ma sono personaggi in parte realmente esistiti. Al Teatro di Rifredi di Firenze, ad esempio, una signora mi ha raccontato che era in quel bombardamento e si è rivista nella storia. Ed è la parte più bella di questo lavoro, ovvero il pubblico. Le persone si fermano finito lo spettacolo e hanno voglia di raccontarmi le loro storie – sottolinea – . È molto bello questo abbraccio ideale”.
Cristiana Capotondi alle 18.30 incontrerà il pubblico al Foyer del Teatro dei Rinnovati. “Sono legatissima alla Toscana e Siena è una cittadina fantastica, magnifica e credo che la cosa più bella del teatro sia anche poter attraversare l’Italia. Io ho visto solo teatri meravigliosi. Ora voi avete un bellissimo teatro all’italiana, stupendo, ma ho visto anche i teatri molto più piccoli, molto più grandi, con ognuno una caratteristica, una peculiarità”.