Il titolare della Pianigiani Rottami, Antonello Piangiani, ospite di Frequenza Verde su Siena Tv
Ospite di Frequenza Verde a Siena Tv, Antonello Pianigiani, titolare della Pianigiani Rottami, ha parlato di consumi, recupero e riciclo di rifiuti e di materiali in ambito industriale e aziendale, raccontando del suo modello aziendale.
“La nostra filosofia da sempre è sempre stata quella di recuperare il più possibile – ha spiegato – Abbiamo, tra logistica e settore lavorazione rifiuti, centinaia di dipendenti, abbiamo aperto anche una sede a Firenze nel mese di aprile e prevediamo di farlo anche a Grosseto, entro l’estate. A livello toscano e nazionale abbiamo scalato la classifica e siamo sempre in alto: le aziende che lavorano le automobili da rottamazione e i Rae ( rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ndr), devono certificare il recupero per l’85%, ce lo impone il Ministero dell’Ambiente, dal 2021 dovremo passare al 95%, l’input è questo. Siamo specializzati su lavatrici, cappe, lavastoviglie scaldabagni, cappe aspiranti provenienti da tutta la Toscana, metà Umbria e provincia di Bologna: per le automobili i clienti sono concessionari e privati, per i Rae sono i Comuni che fanno la differenziata tramite i consorzi di filiera. Le auto vengono bonificate completamente, poi passano su un mulino frantumatore per recuperare i rottami: la difficoltà è recuperare le parti tessili”.
“Il rapporto con le istituzioni e i governi è conflittuale – ha spiegato – chiediamo la revisione delle norme ambientali, perchè come si come sono, tutto potrebbe essere considerato penale, basta un piccolo errore per avere problemi, e non è giusto, per questo come associazioni di categoria chiediamo un cambiamento. I governi hanno paura. Facevo parte di una importante sessione al ministero dell’Ambiente, ma sono andato via: si perdeva solo tempo. Parlare di ambiente non è semplice, tanti per scopi politici lo fanno, però poi chi sa di ambiente ci contiamo, gli enti locali hanno bisogno di consigli e confronto. Le aziende potrebbero dare dei contributi, subiamo invece controlli vessatori”.
“La mia azienda lavora da cinque generazioni – ha aggiunto – è stata una scommessa, i miei genitori mi hanno trasmesso questo e andiamo avanti. Lavoriamo come in una famiglia, a stretto contatto con i dipendenti, pronti a sporcarci le scarpe”.