Niente freddo e la neve che non c’è, l’inverno in Italia non si vede e per le stazioni sciistiche la situazione è drammatica. Manca il bianco e c’è il verde anomalo, per gennaio, dei prati in quota dell’Amiata. Un inverno da bollino rosso per gli impianti sciistici, nessuno è attivo e all’orizzonte non si intravede una possibile apertura. Temperature alte, anzi altissime, per la stagione anche sulla vetta del monte a metà tra Siena e Grosseto, per buona parte della giornata ben al di sopra dello zero. Perturbazioni umide, con addirittura pioggia, e vento di scirocco hanno vanificato le attività di innevamento artificiale che, almeno sul versante grossetano, sono state avviate la settimana scorsa. Dopo lo stallo sul rinnovo delle autorizzazioni tra la società Ais del versante senese e l’amministrazione comunale di Abbadia San Salvatore, superato a metà dicembre scorso, adesso lo scoglio più grosso quello dell’assenza di freddo e neve.
Una condizione critica di dimensioni gigantesche che colpisce l’intero comprensorio sciistico: dagli impianti agli alberghi, dai ristoranti ai maestri di sci. Un’anomalia, forse, per cui la vera colpevole resta la crisi climatica innescata dall’uomo con le sue emissioni, che si traducono nel presente in rischi economici per il turismo e nell’immediato futuro in ripercussioni sull’agricoltura, dato che senza risorse idriche la prossima estate potrebbe risultare letale per le colture tra caldo e siccità.
La speranza è che nei prossimi giorni ci sia un cambio netto atmosferico con un abbassamento drastico delle temperature e una perturbazione nevosa in arrivo. Gli unici fattori che possono risollevare un inverno caratterizzato dal rischio reale di vedere la stagione sciistica, almeno per l’Amiata, saltare completamente.