Amministrative Siena: stop alla campagna elettorale, adesso tocca ai cittadini

Siena detiene il record in Italia, tra i capoluoghi di provincia, di candidati in consiglio comunale: 635, uno ogni 67 elettori, suddivisi in 23 liste per 8 candidati a sindaco

Di Redazione | 12 Maggio 2023 alle 19:00

Una poltrona per otto contendenti. Stop alla campagna elettorale, adesso tocca alle urne e soprattutto agli elettori scegliere chi siederà a Palazzo Pubblico. Scegliere, anzi, chi potrà giocarsi l’ultimo scontro del ballottaggio. Domenica e lunedì Siena torna a votare dopo cinque anni con l’incognita astensionismo. E con una certezza: il record in Italia, tra i capoluoghi di provincia, di candidati in consiglio comunale. Un esercito di 635, uno ogni 67 elettori, suddivisi in 23 liste per 8 candidati a sindaco.

Il record di liste, sette, è per il candidato civico Fabio Pacciani (Sì Patto dei cittadini, Civici in comune, Per Siena, Riscrivere Siena, Siena Sostenibile, Sena Civitas e In Campo), segue con cinque la candidata di centrodestra Nicoletta Fabio (FdI, Forza Italia-Udc, Lega, Siena in tutti i sensi e Movimento civico senese); quattro le liste per il candidato civico Massimo Castagnini che si pone in continuità con l’attuale primo cittadino (Siamo Siena, Lista De Mossi, Massimo Castagnini Sindaco e Destinazione Terzo Polo); tre le liste a sostegno della candidata di centrosinistra Anna Ferretti (Pd, Indipendenti e Progressisti-Sinistra Italiana e Con Anna Ferretti sindaca). Per gli altri quattro candidati la scelta è ricaduta su una sola lista: Elena Boldrini (M5S), Emanuele Montomoli (Emanuele Montomoli sindaco), Roberto Bozzi (Siena in Azione) e Alessandro Bisogni (Siena Popolare).

Una campagna elettorale, fino ad oggi, ricca di colpi di scena. Il primo su tutti il passo indietro, o per meglio dire il mancato via libera dei partiti di centrodestra, dell’attuale sindaco Luigi De Mossi. L’avvocato senese che nel 2018, presentatosi come civico ma con il sostegno di Fdi, Lega e Forza Italia, era riuscito dopo 70 anni a strappare palazzo pubblico al centrosinistra. Ad essergli stati fatali sarebbero stati i disequilibri interni alla maggioranza tra forze civiche e forze partitiche. Ed è stato lo stesso De Mossi ad indicare, con tanto di lista a suo nome, la strada per la continuità del suo mandato nel candidato Castagnini. Lo stesso che è sostenuto oggi da Italia Viva dopo lo strappo definitivo con Azione e dal vicepresidente del consiglio regionale Stefano Scaramelli che, in prima persona, ha messo la faccia nella tornata elettorale proprio al fianco di De Mossi.

L’altro colpo di scena, quello più mediatico e dettato proprio da un’intervista, è stato il sostegno e poi l’abbandono dei partiti di centrodestra per il candidato a sindaco Emanuele Montomoli. Ad essergli stato fatale, in questo caso, è stato il suo ‘outing’ circa l’appartenenza alla Massoneria. Una sorta di segreto di Pulcinella a Siena, ma che è stato maldigerito dagli ambienti romani di partito, specie Fratelli d’Italia, tanto da indurre la coalizione ad abbandonare il sostegno al docente universitario. Ma Montomoli non ha abbandonato la sua di corsa ed ha scelto di correre da solo “con le mani più libere”, come ha ammesso lui stesso. Il partito di Giorgia Meloni, che ha giocato fin da subito il ruolo di primo giocatore al tavolo del centrodestra forte dei risultati delle elezioni politiche, ha virato poi su Nicoletta Fabio. Un ritorno di fiamma, si potrebbe dire in realtà, dato che la docente di italiano era già stata sondata ad inizio anno declinando l’invito a scendere in campo. Un ripensamento avrebbe messo tutti d’accordo dando il via libera alla parata dei leader di centrodestra nella città del Palio. Da Salvini a Tajani passando per Urso, Bergamini, Sangiuliano e Lollobrigida.

A tenere a battesimo la candidata del centrosinistra Anna Ferretti è stata invece la neosegretaria del Pd Elly Schlein tornata nella “sua” Siena per dipanare le ombre del passato dem al quale viene imputato il tracollo di una città e della sua banca. Ma sono passati gli anni in cui su Mps si giocava la partita elettorale e i comizi si svolgevano all’ombra di Rocca Salimbeni e della statua di Sallustio Bandini. A tenere banco invece sono stati il Biotecnopolo e l’hub antipandemico varati dal Governo e che proprio a Siena stanno sorgendo portando in dote occupazione e milioni di euro di fondi europei e nazionali. Sullo sfondo restano i temi del gap infrastrutturale di una città turistica ma isolata, il rilancio culturale del Complesso Museale Santa Maria della Scala, la mancanza di posti letto per gli studenti fuorisede in un capoluogo che vanta due Università, lo sviluppo di una nuova economia basata sulle piccole imprese e la complessa coabitazione tra centro storico e periferie.

Una campagna elettorale che si è combattuta nell’antitesi tra civismo e partiti. In attesa che le carte si scoprano definitivamente ad un ballottaggio pressoché certo.

Cristian Lamorte



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