Si è parlato tanto e si continuerà a parlare ancora di più nei prossimi mesi degli anticorpi monoclonali, l’arma contro il Covid sviluppata nei laboratori senesi di Toscana Life Sciences che è giunta ormai alle fasi finali degli studi clinici.
“Lo sviluppo è finito da tempo, stiamo facendo la dimostrazione con degli studi clinici che hanno bisogno di pazienti, e il crollo dei contagi nei mesi estivi ci ha reso più lungo del previsto il reclutamento – afferma Fabrizio Landi, presidente della Fondazione Toscana Life Sciences – Ahimè adesso stanno risalendo e il processo va avanti, pensiamo di aver finito entro un paio di mesi. I risultati preliminari sono estremamente interessanti. La nostra idea è che l’anticorpo sia lo strumento che permetta alla persona che comunque si infetterà di evitare una fase grave. Una persona positiva fa questo tipo di terapia e nel giro di una settimana non ha più nulla: questo è l’obiettivo“.
Gli anticorpi monoclonali di Tls non sono però l’unica arma sviluppata contro il Covid-19. Da Pfizer, ad esempio, arriva la pillola. “Lo scopo è lo stesso – spiega Landi – la differenza è che lo studio dice che funziona per circa la metà delle persone, noi pensiamo, ma dobbiamo dimostrarlo, che la nostra cura funzioni su quasi tutti. La pillola fa guarire, ma dal giorno dopo ci si può riammalare, mentre il monoclonale per qualche mese lascia la protezione. In ogni caso in questa lotta al Covid è importante avere più armi”.