Mancato accordo. Termina così il tentativo di conciliazione tra azienda e sindacati presso la Prefettura di Siena per il cambio di appalto del servizio di pulizia della Casa di Riposo Maria Redditi di Sinalunga-Torrita.
“Le mediazioni che abbiamo proposto e ribadito sono state inutili” – spiegano dalla FILCAMS CGIL e dalla FP CGIL di Siena – “perché la rigidità della posizione aziendale non è venuta meno e lo spezzatino delle 6 lavoratrici in ben 3 aziende diverse è stato servito! Singolare poi scoprire che il raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) di Meranese Servizi SpA, Issitalia e Socialwork Cooperativa Sociale conoscesse ben poco dell’appalto, come ha dato evidente conferma durante il tentativo di conciliazione. Dal canto nostro non possiamo non ribadire la contrarietà allo spacchettamento aziendale cui il personale viene sottoposto perché 6 dipendenti che vengono suddivise in 3 aziende diverse per un unico appalto di un unico lotto che riguarda due strutture diverse è assurdo sindacalmente ma anche razionalmente. Il committente, la RSA di Sinalunga-Torrita, avrà l’onore di essere l’unico ente pubblico della provincia di Siena, e non solo, ad avere per un appalto delle pulizie con solo 6 lavoratrici ben 3 aziende diverse”.
“Non si tratta di impedire ai raggruppamenti temporanei di imprese di poter partecipare agli appalti, ci mancherebbe” – proseguono le organizzazioni sindacali – “ma di usare il buon senso, e ad ogni modo rimane curioso come non si comprenda ma che addirittura si domandi più volte a noi per quale motivo ‘i lavoratori rischierebbero di cadere in una condizione di debolezza collettiva e individuale’ se partendo da un’azienda unica fossero spacchettati in 3 aziende diverse. In tale assurda domanda è già implicita la risposta”.
“Un’attenzione maggiore merita poi” – sottolineano i sindacati – “il profilo della potenziale compromissione della libertà di scioperare in regime di servizi essenziali con la frantumazione del personale che il RTI ha unilateralmente proceduto ad operare. Ci riserviamo di valutare le azioni più idonee per tutelare la dignità delle lavoratrici cercando di conciliare prioritariamente l’importanza del servizio e delle persone che ne usufruiscono”.
“A volte servirebbe solo utilizzare un po’ di buon senso e responsabilità.” – concludono con amarezza FILCAMS CGIL e FP CGIL.