Una mancanza di organico che porta la struttura sull’orlo del collasso. E’ quella che denuncia la Fp Cgil di Siena per quanto riguarda l’Archivio Storico, scrivendo una lettera aperta al Al Ministro della Cultura, al Segretariato Generale del Ministero della Cultura, alla Direzione Generale Organizzazione, alla Direzione Generale Archivi, al Segretariato Regionale del Mic, alla Soprintendenza Archivistica Bibliografica Toscana e, per conoscenza, anche al Presidente della Regione Toscana e al Sindaco di Siena. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera.
“La Fp Cgil di Siena esprime forte preoccupazione e rammarico per alcuni settori della cultura presenti sul nostro territorio e all’interno della nostra città che stanno rischiando una lenta ed inesorabile “scomparsa” a causa delle politiche a corrente alternata che il Ministero sta proponendo sui territori, penalizzando appunto, le strutture più piccole al suo interno.
Dopo aver denunciato la difficile situazione del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi che sta ancora scontando una carenza cronica di personale la quale impedisce di fatto la visita da parte degli utenti alle tombe etrusche situate nel Comune chianino, nonostante le rassicurazioni del Ministro arrivato per la prima volta in visita a Siena un paio di mesi addietro, vogliamo porre l’accento sull’Archivio di Stato di Siena, prestigioso ed antico istituto custode di meraviglie storiche e documentali cittadine, tra cui anche le famose “Biccherne senesi” ed una biblioteca di trentamila volumi scientifici. Ad oggi l’Archivio dovrebbe poter impiegare 22 unità di personale distribuite in profili amministrativi, scientifici e tecnici, tra cui naturalmente, alcune figure di archivista. Allo stato attuale sono presenti circa 10 unità effettive di personale, nessun archivista (il ruolo è ricoperto dalla Direttrice pro-tempore), nessun informatico, nessun funzionario amministrativo. L’età media dei dipendenti supera i 55 anni, 4 pensionamenti possibili nel 2024.
Un situazione al limite del collasso che vede l’Archivio sull’orlo della chiusura dei servizi (e delle visite al Museo delle Biccherne) causa l’impossibilità manifesta di poter aprire fisicamente i propri spazi, sorvegliare e manutenere il patrimonio ed effettuare attività didattiche e culturali. Inoltre la Direzione non risponde all’Istituto circa la richiesta di budget aggiuntivi di straordinari necessari per la minima sopravvivenza dell’Archivio e dei progetti. Richieste di interpelli per la ricerca del personale del Ministero della Cultura da destinare a Siena non hanno dato risultati stante la carenza generale di personale nel Ministero e soprattutto nel settore archivi. Infine anche la possibilità di comando di personale proveniente da altri Enti rimane una strada particolarmente complessa da percorrere a causa della mancanza di risorse destinate a questa opzione, benchè temporanea.
A questo punto chiediamo al Ministero ed alle Direzioni interessate quale sia la finalità di questo tipo di politica rivolta agli istituti archivistici. Appare evidente che nonostante i proclami, le visite a scopi propagandistici ed i titoli dei giornali, la volontà del Ministero sia quella di accentrare gli investimenti sulle strutture “da reddito” e consumo turistico, marginalizzando di fatto gli istituti come l’Archivio di Stato di Siena o il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, nonostante siano custodi di patrimoni immensi, oltre che di dirottare questo tipo di cultura verso una gestione a carattere privatistico, proseguendo l’opera di svendita del nostro immenso tesoro di un patrimonio diffuso e storicamente differenziato del territorio senese.
Chiediamo che venga affrontata la criticità esposta con la massima urgenza ricorrendo allo scorrimento delle graduatorie in essere presso il Mic dei profili Afav (assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza), Assistenti Informatici ed Assistenti Amministrativi, oltre a provvedere al congruo numero di profili professionali Archivisti tramite il concorso in svolgimento. Chiediamo, ancora una volta, che si possa invertire la tendenza a creare strutture di serie “A” e di serie “B” ed aprire un tavolo di confronto con il Ministero e le Direzioni interessate a livello territoriale per potere investire e valorizzare quel patrimonio culturale e di conoscenza che oltre ad un valore turistico possa essere serbatoio di conoscenza e di crescita per la nostra comunità”.