Taglio del nastro alla Galleria Violetti Arte Contemporanea di Siena per la mostra personale di Carlo Pizzichini dal titolo “MORA MORA altri orizzonti” domani, sabato 26 ottobre alle ore 18.
Una collezione di tutti generi dell’artista senese che raccoglie un’ampia serie di opere dal 2010 ad oggi su tela, su carta e in ceramica che sarà possibile vedere fino al 30 novembre.
“Sarà presente una selezione di opere, a partire dal 2010 fino ad oggi, e verranno presentati i nuovi lavori derivanti dalle sperimentazioni artistiche condotte dal Maestro Pizzichini in Madagascar – spiega Elena Violetti, titolare della Galleria Violetti Arte Contemporanea e curatrice della mostra -. Sono presenti ovviamente tele di grandi dimensioni sulle quali sono immersi, nella tessitura segnica del linguaggio di Pizzichini, riferimenti e allusioni a terre lontane, ma anche ceramiche e bronzi, perché Carlo Pizzichini è un maestro a tutto tondo e in lui convergono le varie tipologie di arte”.
Carlo Pizzichini, un artista a tutto tondo, torna ad esporre in una galleria della sua città dopo ben 33 anni. Una forte emozione per il senese che vuole raccontare alla sua città, attraverso le sue speciali opere pittoriche e scultoree, i suoi altri orizzonti che vive ogni anni in Madagascar durante i suoi frequenti viaggi. Viaggi grazie ai quali ha riscoperto nuove emozioni e nuove ispirazioni influenzate e guidate dalla cultura di quei luoghi.
“Nel cuore della mia città, della città murata, cerco di portare l’esempio invece di orizzonti che vanno oltre quello che è la nostra anche tradizione e cultura artistica – racconta l’artista Carlo Pizzichini -. Nel soggiorno che io ho fatto in Madagascar, praticamente da otto anni vado tutti gli anni, lì contemplo questo nuovo orizzonte che fa parte della loro cultura. Quindi guardare cose diverse, confrontarsi con tradizioni diverse, confrontarsi anche con la semplicità della vita, infatti “mora mora”, che è il titolo della mostra, vuol dire “piano piano” quindi un altro ritmo di vita e questo confronto credo che porti anche all’idea di una essenzialità, quindi di ritrovare un’essenza sia della vita che dell’espressione artistica”.