Arte senese del '300 a New York, oggi apre al pubblico la mostra al Met

Oltre cento opere di alcuni fra i principali artisti senesi precursori del Rinascimento italiano, tra i quali Duccio, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini

Di Redazione | 13 Ottobre 2024 alle 12:00

Arte senese del '300 a New York, oggi apre al pubblico la mostra al Met
Apre oggi, presso il Metropolitan Museum of Art di New York la mostra “Siena: The Rise of Painting, 1300-1350”, la prima grande esposizione negli Stati Uniti dedicata alla pittura senese della prima metà del XIV secolo. Oltre cento opere di alcuni fra i principali artisti senesi precursori del Rinascimento italiano, tra i quali Duccio, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini. Spicca tra i capolavori in mostra L’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti, importante prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Siena.
“Sono molto orgoglioso di mostrare L’Annunciazione che è uno dei nostri capolavori iconici – ha detto Axel Hémery, direttore del Musei Nazionali di Siena -, è stata una scelta molto combattuta prestarla, ma sarebbe stata una mostra incompleta senza quest’opera così monumentale e così forte di Ambrogio Lorenzetti”.
Fra i prestiti dell’Arcidiocesi di Siena c’è l’icona bizantina detta Madonna del Carmine, con la sua riza metallica: piccola immagine di una Madonna odighìtria, dipinta su legno, con un’oreficeria in parte originale (riza), da poco esposta al Museo Diocesano di Siena, presso l’Oratorio di San Bernardino in Piazza San Francesco. La preziosa icona, giunta a Siena a seguito dell’Ordine dei Carmelitani intorno alla fine del XIII secolo (probabile data di esecuzione), proviene dalla Chiesa di San Niccolò al Carmine ed è di proprietà del F.E.C. (Fondo Edifici di Culto), afferente al Ministero dell’Interno.

Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti

Un altro celebre capolavoro del Museo Diocesano sarà presente in mostra: la Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti del 1330 circa, uno dei dipinti più rivoluzionari dell’arte senese del Trecento: Ambrogio riprende un tema ben noto alla tradizione iconografica bizantina (la Vergine che allatta il Bambino al seno) e lo innesta nel suo percorso gotico, tratteggiato da naturalismo e umanesimo, che il dotto pittore intraprende, forte della grande lezione di Duccio, di Simone e del fratello Pietro. Del medesimo artista saranno esposte le due sinopie (1334-1336 ca.) dell’affresco dell’Annunciazione, provenienti dall’Eremo di San Galgano a Montesiepi, nei pressi dell’Abbazia, che attestano un progetto iconografico iniziale diverso – che concepiva anche in questo caso l’umanità di Maria – rispetto alla versione finale adottata.
Dal patrimonio diocesano provengono anche una lastra di marmo incisa e decorata a cere policrome, raffigurante una Crocifissione fra i dolenti, di un artista senese degli inizi del XIV secolo, oggi custodita nel Palazzo Arcivescovile ma proveniente dalla chiesa di San Pellegrino alla Sapienza, e la testa del Crocifisso di Lando di Pietro (1338), conservata nel Museo della Basilica di San Bernardino all’Osservanza, scultura lignea frantumata dai bombardamenti degli Alleati che colpirono la Basilica nel 1944. Insieme ai resti furono rinvenuti due cartigli ex-voto che attestano il nome dell’autore, la data di realizzazione e una struggente preghiera vergata dalla mano dello stesso Lando.
Anche il Museo dell’Opera della Metropolitana di Siena ha contribuito all’esposizione con alcuni capolavori, inviando due formelle raffiguranti Storie della vita pubblica di Cristo, tratte dalla predella del tergo della Maestà di Duccio di Buoninsegna (1308-1311), che sarà ricostruita grazie a una serie di prestiti d’eccezione. Saranno riuniti infatti gli otto pannelli raffiguranti i seguenti soggetti: Tentazione di Cristo al Tempio (Siena, Museo dell’Opera della Metropolitana); Tentazione di Cristo sul monte (New York, The Frick Collection); Vocazione di Pietro e Andrea (Washington, National Gallery of Art); Nozze di Cana (Siena, Museo dell’Opera della Metropolitana); Cristo e la Samaritana al pozzo (Madrid, Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza); Guarigione del cieco nato (Londra, National Gallery); Trasfigurazione (Londra, National Gallery); Resurrezione di Lazzaro (Forth Worth, Kimbell Art Museum).
Fra i manufatti, inoltre, l’Opera della Metropolitana ha prestato il Pastorale di San Galgano, proveniente dall’omonima Abbazia, eseguito intorno agli anni venti del Trecento da un maestro, detto appunto “Maestro del pastorale di San Galgano”, influenzato dalla raffinata produzione di Simone Martini. Il ricciolo termina con la figura a tutto tondo del santo inginocchiato nell’atto di pregare, dinanzi alla spada conficcata nella roccia, simbolo della croce.
 
La Mostra è stata organizzata dal Metropolitan Museum of Art e dalla National Gallery di Londra; sarà visitabile presso il Met dal 13 ottobre al 26 gennaio 2025 e poi alla National Gallery di Londra dall’8 marzo al 22 giugno 2025.


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