Intervento dell’Associazione Confronti sul futuro di Monte dei Paschi di Siena.
“Se Mustier non si pronunciava, Orcel sembra avere, invece, le idee chiare: ad Unicredit, di MPS, interessa solo la rete della Toscana e del Nord Est. Viva la chiarezza, almeno. E finalmente. Tace, in proposito, il presidente di quella banca, Pier Carlo Padoan, forse per un certo ritegno. Da chi è stato eletto dai senesi al Parlamento ci si sarebbe, infatti, aspettato ben altro comportamento! Dunque, la situazione sarebbe questa: lo Stato pronto a distrarre ingenti risorse dal bilancio, con i magheggi della fiscalità differita, per spacchettare il Monte dei Paschi di Siena e porre fine alla secolare storia di Rocca Salimbeni. Oltre che al posto di lavoro di migliaia di dipendenti. Quei dipendenti che hanno consentito una trimestrale in attivo. Che ne pensano i parlamentari toscani? 3,4 miliardi di euro degli italiani per distruggere il Monte non sono sicuramente indice di buona amministrazione della cosa pubblica”.
“Il Governatore Giani, che ascoltavamo interessato alla sola, giusta, opzione del mantenimento della presenza dello Stato, in un contesto economico globale che altro non ammette, salvo la scomparsa di MPS come banca al servizio dell’economia toscana? Chi amministra Siena non si pronuncia, neanche questa volta. Dando l’ennesima prova di incapacità di governo. Ma questo silenzio, ormai, non ci stupisce. L’Associazione Confronti, a differenza di altri, troppi, non si è fatta inoculare il vaccino contro la logica, né contro la legittima azione politica di chi dice no alle scadenze imposte dalla tecnocrazia europea. Le decisioni del 2017 sono state spazzate via dalla Pandemia. Rendiamocene conto. E operiamo di conseguenza”.