La Camera Penale di Siena e Montepulciano ha aderito convintamente all’astensione, proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane, dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale i giorni 4, 5 e 6 novembre 2024. Già nella giornata odierna nel Tribunale di Siena i penalisti hanno condiviso le ragioni della protesta e si è registrata una quasi totale adesione all’astensione da parte dei nostri iscritti.
“L’astensione – spiegano gli avvocati – è stata necessaria per dire no al “pacchetto sicurezza” che non è assolutamente espressione della riforma liberale del sistema penale, ma contiene norme profondamente autoritarie e populiste. Non è più accettabile, in un sistema liberale e democratico come il nostro, affidare al sistema repressivo penale la soluzione di ogni situazione di marginalità o di potenziale conflitto sociale. La richiesta di sicurezza, sicuramente legittima e condivisibile, non consente, infatti, di adottare misure e rimedi sproporzionati che necessariamente risultano inefficaci rispetto ai fini, ma che soprattutto finiscono con il torcere l’intero sistema penale in senso radicalmente illiberale ed autoritario, indebolendo le radici di quei principi costituzionali che costituiscono la salvaguardia delle libertà fondamentali di tutti i cittadini e della stessa convivenza democratica, posti a tutela della libertà di manifestazione e di espressione del dissenso”.
Ancora la Camera Penale: “Colpendo, soprattutto, le categorie più deboli e meno protette come i detenuti. Infatti con l’introduzione della nuova fattispecie del reato di “rivolta in istituto penitenziario”, integrata anche da condotte dichiaratamente inoffensive come la resistenza passiva, si va a punire ancora una volta in maniera arbitraria quei soggetti già detenuti e che sono costretti a subire le condizioni di degrado e di abbandono già oggetto di denuncia da parte della nostra associazione nell’ambito della maratona oratoria. L’introduzione di tale fattispecie non risolve, ma aggrava, il problema del sovraffollamento delle carceri, anche in considerazione che tale fattispecie, insieme ad altre, sarà ostativa alla concessione della sospensione condizionale della pena e quindi con l’effetto che non si andranno a sgravare gli istituti
penitenziari, ma ad intasarli. Stesso effetto avrà la cancellazione del differimento obbligatorio della pena per le donne incinte o madri di prole in tenera età. In tal modo non solo si costringeranno le donne incinta a trascorrere la loro gravidanza in carcere, ma soprattutto
costringerà alla detenzione “forzata” soggetti senza alcuna colpa, ovvero i neonati o i bambini piccoli”.
“Stessa critica con riferimento ai reati di occupazione degli immobili che finisce per punire soggetti in un contesto di degrado senza intervenire seriamente nella risoluzione delle problematiche di disagio sociale e di ricerca di immobili da riqualificare da destinare
all’edilizia popolare – proseguono i legali – ma tanti altri aspetti del decreto sono criticabili e contrari non solo alla nostra carta costituzionale ma ai principi di proporzionalità e ragionevolezza del nostro sistema penale. Per questo la nostra Camera Penale domani parteciperà alla manifestazione nazionale a Roma per un confronto sui temi del decreto sicurezza, al fine di sollecitare il Parlamento ad adottare tutte le opportune modifiche alle norme illiberali e autoritarie” concludono.