Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, ha chiesto con una lettera alla Fondazione Mps di intraprendere quanto prima un’azione risarcitoria nei confronti della Banca Mps per gli aumenti di capitale 2008/2011, di circa 3,8 miliardi di euro, La lettera vale come richiesta di messa in mora, successiva azione giudiziaria contro tutti i soggetti responsabili e interruzione della prescrizione nei nei confronti di tutta la deputazione di gestione, del suo Presidente e in generale della Fondazione Mps in merito all’eventuale omessa richiesta di risarcimento dei danni per gli aumenti di capitale sopra indicati. “Quegli aumenti di capitale sono stati sbagliati: la città deve recuperare il suo ruolo centrale di player incisivo nel rapporto con la banca. Questa città è stata depauperata di un’ingente quantità di denaro, dobbiamo cercare di recuperarla” ha dichiarato il sindaco.
Nel corso della videoconferenza odierna con i media, il primo cittadino si è soffermato sull’iniziativa: “La lettera fa seguito ad una precedente inviata il 23 novembre 2018 – spiega – è necessario effettuare questa azione, è un momento di snodo della governance della banca, non possiamo permetterci di non far tornare Siena centrale nel rapporto con la banca. E’ una delle priorità, insieme al mantenimento della direzione generale e dei posti di lavoro. Questo è il senso della lettera”. A seguito della prima richiesta, Fmps spiegò che avrebbe preferito aspettare le motivazioni del processo penale (LEGGI QUI in primo grado gli ex manager Mussari e Vigni sono stati condannati, ndr) valutando contestualmente azioni in sede civile. Per l’Amministrazione, non è più tempo di aspettare: “Si poteva certo fare prima – tuona De Mossi – adesso siamo agli sgoccioli. Le motivazioni del processo penale rafforzano il senso di tale iniziativa. Le condizioni giuridiche c’erano da tempo. Non giudico però le scelte passate, ma mi permetto di sollecitare”. Il sindaco annuncia che la Fondazione sarebbe disposta a procedere in tal senso: “Mi hanno garantito che intendono dare avvio all’azione risarcitoria – afferma – La messa in mora? Si lega a una valutazione di tipo civile da parte del Comune, nel caso in cui l’azione non venisse intrapresa, ma non mi sembra sia il caso, vista la disponibilità data dalla Fondazione”.
Tempo di nomine in casa Mps. Per De Mossi ci voleva continuità col precedente management: “Io di certo non partecipo a lottizzazioni – spiega De Mossi – Ho chiesto continuità con Morelli e Bariatti, sono stati i più attenti al territorio, in termini di mantenimento della direzione generale a Siena e di legame con la comunità. Non capisco perchè non è stata data tale continuità. Ho avuto scontri giudiziari accesi con Morelli, vedi caso Fruendo, ma riconosco la sua qualità. Il Comune parte civile? Non può più farlo, è improcedibile. La Fondazione è invece legittimata a farlo, noi no ma abbiamo una funzione politica di sostegno e supporto. Fmps condivide la scelta, non si può aspettare”.
La stilettata a Padoan, eletto nella circoscrizione senese col Pd alle elezioni 2018: “Non ha brillato per presenza, se c’è batta un colpo – punge De Mossi – Ci dia soluzioni e ci dica quali sollecitazioni ha fatto, è il nostro deputato del territorio ma si visto veramente poco”: