È stato uno dei Congressi di partito più chiacchierato degli ultimi anni, quello di Azione. Un II Congresso Nazionale che ha di nuovo incoronato ufficialmente segretario Carlo Calenda e all’interno del quale non sono mancate sorprese, prima fra tutti la presenza della Premier Giorgia Meloni e di una folta delegazione di Fratelli d’Italia.
Per molti è sembrato un chiaro segnale di prove tecniche per un passaggio verso il centrodestra, per altri invece solo una cortesia istituzionale. Su questa linea è anche il Segretario Provinciale di Azione Siena Roberto Bozzi, presente alla due giorni di Congresso.
“Io credo che della presenza di Giorgia Meloni si sia frainteso il significato, visto il ruolo istituzionale di Giorgia Meloni – spiega Roberto Bozzi -. Perché poteva essere qualsiasi altro Presidente del Consiglio, sarebbe stato comunque invitato al nostro congresso. La politica, prima di ogni altra cosa, è dialettica e confronto. Qui invece c’è un contrappeso posizione su questo bipopulismo in cui si vede che la destra e la sinistra non ragionano mai di cose che interessano ai cittadini, come risolvere problemi, ma si va avanti a colpi di slogan”.
L’altra sorpresa che ha generato non poche polemiche è stata l’uscita molto definitiva sul M5S, del quale Calenda desidera la cancellazione. Un’uscita poco garantista, liberale e a tratti antidemocratica che, secondo Bozzi, è stata decisamente pesante e fuori luogo, ma che va comunque contestualizzata.
“No, l’uscita per me personalmente è stata pesante. Non l’avrei mai detta – aggiunge Bozzi -. Ma se i giornalisti, invece di prendere solo quelle parole, prendessero quello che c’era prima e quello che c’era dopo, avrebbero capito che non è cancellare un movimento, né tantomeno le persone che lo votano, è cancellare un modo di far politica in cui inizialmente uno vale uno, invece adesso uno vale zero. Non si capisce con chi vuole stare il M5S, perché poi i temi sono i temi nazionali su cui c’è da fare un accordo. Il Campo Largo si costruisce non contro come vuole la sinistra del Pd. Vuole fare un Campo Largo contro la destra e risiamo al bipopulismo ed è difficilissimo da questo punto di vista trovare un accordo con Conte perché è contro la difesa europea, a favore di Putin, da sempre è stato molto perplesso sul fatto che l’Ucraina si stia difendendo. Ecco queste sono le questioni”.