Domani, 29 giugno, secondo indiscrezioni di stampa, si riunirà il cda straordinario di Mps guidato dall’ad Guido Bastianini e presieduto da Patrizia Grieco, per varare l’operazione bad bank, adesso veramente in dirittura d’arrivo.
Anche nel weekend i manager sono stati a lavoro sul dossier, affiancati da Lazard, Bonelli Erede e Deloitte. Secondo quanto riportato dal Messaggero, l’operazione prevede il trasferimento di un mega pacchetto di Npl (sofferenze) e Utp (inadempienze probabili) per 8,9-9 miliardi lordi (Progetto Hydra) mediante la scissione di un complesso aziendale in una bad bank destinata ad Amco (ex Sga controllata al 100% dal Mef). L’Npe ratio verrebbe abbattuto dall’attuale 12,5% a circa 4%, in pratica da quasi fanalino di coda a un livello d’eccellenza in Italia.
L’operazione ha già ricevuto l’ok della Dg Comp europea che ha escluso il rischio di aiuti di Stato, mentre il negoziato con la Bce sarebbe tuttora in corso perché nella scissione ci sarà il trasferimento di una parte del patrimonio del Monte dei Paschi di Siena. La scissione, viene inoltre spiegato sulle pagine del Messaggero, non è proporzionale per allocazione del patrimonio, e il Tesoro dovrebbe annullare le azioni che gli spetterebbero in concambio per non alterare eccessivamente gli assetti azionari. Per quanto riguarda invece i soci di minoranza Mps lo schema consentirebbe loro tre opzioni. Innanzitutto il diritto
di recesso dalle azioni della bad bank, non quotata, che finirà in Amco. Oppure accettare nuove azioni Mps; o azioni della ex Sga del Tesoro.