È scoppiato un vero e proprio putiferio dopo la pubblicazione di una foto su Facebook nella pagina “Bagni di San Filippo”, un post con una didascalia che tirava in ballo direttamente il Comune di Castiglione d’Orcia, come responsabile della demolizione delle vasche termali libere.
Una fake news e un grave errore di interpretazione a cui molti hanno abboccato visto il messaggio sensazionalistico e pesante dell’annuncio che ha suscitato lo sdegno dei lettori.
Il Comune però ha prontamente commentato al post denigratorio spiegando che si tratta di un grosso fraintendimento perché ad essere demolite non saranno le famose terme naturali del Fosso Bianco, di proprietà comunale e quindi pubblica, ma di alcune vasche realizzate abusivamente in un’area privata a chilometri di distanza da Bagni San Filippo e per di più sottoposta a sequestro fallimentare su cui la responsabilità adesso su cui adesso il Tribunale ha la giurisdizione.
“E’ tutta un’area privata, dove c’è una previsione urbanistica di poter fare un investimento per poter fare un nuovo stabilimento termale – spiega a Siena Tv il sindaco di Castiglione d’Orcia Claudio Galletti – , è in mano al tribunale e c’è un curatore fallimentare. Nell’ultimo anno, anno e mezzo ci sono state fatte queste vaschette non autorizzate, la gente va in una proprietà privata violandola, l’amministrazione lì non ha nessuna competenza. Un’area ex industriale, degradata, che deve essere bonificata, secondo una specifica disposizione dell’Arpat
Mentre proprio sulle terme naturali del Fosso Bianco, che tanto hanno reso famosa Bagni San Filippo in tutto il mondo, la giunta comunale di Castiglione d’Orcia ha deciso di prevedere il pagamento di accesso al prezzo simbolico di un solo euro per coprire le spese di gestione e apportare migliorie per la messa in sicurezza e per l’accoglienza.
“E’ una cifra simbolica, neanche un biglietto – aggiunge il sindaco Galletti -, per avere sempre lì persone che fanno sorveglianza e pulizia. Insieme alla mia giunta sono due anni che abbiamo annunciato che avremmo dato in gestione il Fosso Bianco e avremmo messo un biglietto d’ingresso, poi siamo stati bloccati perchè quando abbiamo avuto la disponibilità, attraverso un comodato gratuito decennale, del terreno lungo il Fosso Bianco, è scoppiata la pandemia. Comunque in tutto questo periodo abbiamo sempre tenuto lì delle persone a controllare, anche per il rispetto delle normative anti Covid”.