Il giudice deciderà sul secondo filone legato al caso Enigma e le presunte creste milionarie sugli affari di Mps
Processo alla “banda del 5%”, caso Enigma: ieri al Tribunale di Siena il pm Antonino Nastasi, dopo una requisitoria di 4 ore dove ha parlato di un processo difficile e di un’istruttoria molto complessa, ha chiesto la condanna a 3 anni 8 mesi per l’ex capo dell’area Finanza Mps Gianluca Baldassarri, il suo vice Alessandro Toccafondi, Matteo Pontone, ex responsabile del desk Mps di Londra, Antonio Pantalena, ex trader Mps e i titolari della società Enigma, Matteo Pontone e Maurizio Fabris. L’accusa è di truffa e di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
Secondo la Procura sarebbero state fatte creste milionari su affari del Monte dei Paschi, legati ad acquisti di prodotti finanziari, negli anni 2008 e 2009, con relative truffe ai danni dell’istituto bancario: per uno dei due filoni, che vedeva la prima ipotesi associativa, è arrivato il proscioglimento per gli imputati col giudice che ha deciso il non luogo a procedere, per avvenuta prescrizione, non essendo stata riconosciuta l’aggravante della transnazionalità. Per questa seconda ipotesi legata ai broker di Enigma, il prossimo 9 luglio parleranno le difese, che termineranno le loro arringhe il 16 luglio quando sarà emessa la sentenza. Secondo gli avvocati, non è ravvisabile il reato di truffa in quanto trattasi di operazioni lecite con valori di mercato ondulatori e soggetti agli sbalzi di quegli anni travagliati per l’economia mondiale.
C.C