Basket, Mens Sana: al PalaEstra il grande ritorno degli "Irriducibili"

Nel match contro Lucca dopo tanto tempo ha fatto ritorno al Palaestra lo striscione del gruppo, che fa parte della storia del tifo biancoverde, nato il 4 settembre del 1984

Di Simone Demian Turi | 5 Novembre 2024 alle 20:25

Basket, Mens Sana: al PalaEstra il grande ritorno degli "Irriducibili"

Per lo storico club La Verbena-Irriducibili, quella contro Lucca non è stata una partita normale. Dopo tanto tempo ha fatto ritorno al Palaestra lo striscione del gruppo, che fa parte della storia del tifo biancoverde, nato il 4 settembre del 1984.

In realtà il progetto era partito qualche mese prima, ma definire come l’inizio di tutto proprio il 4 settembre è stata un’ottima idea, che si lega all’anniversario della battaglia di Montaperti, per la città di Siena simbolicamente così importante. 

E così a proposito di anniversari, i tifosi del club La Verbena-Irriducibili festeggiano il loro quarantennale e per l’occasione abbiamo intervista Francesco Panichi, figura storica del gruppo.

Il gruppo nasce come “Basket Club La Verbena”, poi perché “Irriducibili”?

“Fu deciso di scegliere un nuovo nome per dare un’ immagine più da curva, da battaglia, pur mantenendo B. C. La Verbena come nome ufficiale. Fu scelto Irriducibili dopo un viaggio per Imola, dove un gruppo di noi si ritrovò in treno con alcuni tifosi Laziali….fu uno degli spunti per la scelta”.

Quanto tifosi, quanto ultras?

“Molto tifosi, in parte ultras ai primi vagiti, nel percorso di crescita poi molti di noi si sono sentiti forse più ultras, sempre però fedeli alle origini”.

Perché è stato scelto Andy Capp come simbolo?

“Andy Capp rappresenta un tipo di tifoso diverso, attaccato ai propri principi sportivi e pronto a godersi i momenti della vita, inoltre era al momento molto conosciuto nella simbologia delle tifoserie, per noi il fiasco al posto del bicchiere di whisky”.

Proviamo a citare le partite rimaste nel cuore, in questi 40 anni di attività?

“Troppe partite rimaste nel cuore, ma per noi il periodo dei primi anni rimane indelebile, vedere crescere il tifo e la nostra visione del tifo nel palasport ci ha fatto vivere in modo bello ed esaltante moltissime partite di quel periodo”.

Da esponente della tifoseria, quale la rivalità più sentita? E le altre rivalità?

“Le prime rivalità escluso Pistoia (almeno allora, eravamo profondamente gemellati) erano con tutte le toscane, poi, le bolognesi. Poi col tempo si sono aggiunte nuove antipatie, Cantù, Varese, Roma….ma eravamo già al passaggio di consegne”.

E’ possibile fare un elenco dei soci più rappresentativi del gruppo? Tra l’altro proprio in Mens Sana-Lucca sono stati ricordati dei tifosi storici prima del match.

“Il club nasce come tutte le cose da un nucleo, successivamente si sono aggiunti vari gruppi di tifosi o semplici appassionati,. Il primo reclutamento lo facemmo con dei volantini distribuiti al palasport e nei negozi, dando appuntamento davanti ad un negozio in piazza Matteotti. Da un piccolo gruppo, poi successivamente siamo arrivati anche a 350 iscritti. Abbiamo cambiato tre sedi, l’ultima in via dei Rossi, sede a nostro carico: un’indipendenza economica frutto di lavoro e sacrificio, vendita materiali, prevendite, tesseramento. Sarebbe antipatico fare nomi rispetto ad altri, eravamo tutti importanti”.

Francesco Panichi poi conclude: “Siamo ancora un bel gruppo di persone che alla prima chiama rispondono con entusiasmo dopo 30 anni dalla chiusura e dal passaggio di molti di noi ad altri soggetti di tifo. Una conferma di aver vissuto qualcosa di speciale, in un ambiente unico a Siena in un contesto storico unico in Italia, biancoverdi per sempre…..quante ce ne sarebbero da raccontare”.



Articoli correlati