Basket, quarta giornata del girone di ritorno e terza consecutiva al PalaPania per la San Giobbe che, domenica 17 dicembre alle ore 18, attende la APU Udine. Nell’impianto chiusino arriva la seconda formazione friulana nel giro di sette giorni e una delle migliori compagini dell’intero campionato. I Bulls, acciaccati nel fisico e nel morale, sperano di trovare risorse e stimoli derivanti dall’affrontare un’avversaria di alto rango per provare ad invertire la rotta delle ultime giornate. Partita arbitrata dai signori Tirozzi, Pazzaglia e Tarascio, a presentarla il capo allenatore della San Giobbe, Giovanni Bassi.
Quali strascichi ha lasciato la partita con Cividale di sette giorni fa? E domenica arriva Udine. “Più che altro facciamo i conti dal punto di vista numerico. Cerchiamo di ottimizzare gli allenamenti dati i pochi giocatori a disposizione che comunque stanno dando tutto. Per quanto riguarda Udine, affrontiamo una delle squadre più forti del nostro girone e a mio avviso quella costruita meglio, con più chimica tra le migliori del nostro girone. Hanno avuto alti e bassi però sono una squadra di grande livello”.
Oltre alle problematiche fisiche c’è stata una carenza dal punto di vista dell’atteggiamento? In sette giorni si è passati dal lottare punto a punto con la Fortitudo Bologna a questo tipo di sconfitta. “Ci sarebbero tante cose da analizzare. Cividale sta avendo una stagione difficile ma si tratta di una buona squadra con un gruppo di giocatori che sta insieme da tanto tempo e che ha del vissuto insieme. Sono venuti qua a giocare una partita non eccezionale ma seria, aspettando che noi calassimo per fare il break decisivo. Per quanto riguarda noi, e mi prendo le responsabilità di questo, fino a venerdì non sapevamo numericamente chi fossimo, se avremmo avuto sei o otto giocatori. Abbiamo impostato un game plan diverso rispetto a quello preventivato a inizio settimana e questo chiaramente può aver messo in confusione i giocatori. Detto questo, puoi fare confusione, puoi non fare canestro, puoi non essere in giornata ma lo spirito deve essere diverso. Potevamo combattere per venticinque minuti per poi finire la benzina e subire trenta punti; sarebbe stata una sconfitta differente. L’atteggiamento è stato rivedibile, sul motivo ci stiamo lavorando”.
Dal mercato dobbiamo aspettarci qualcosa nel breve? “Sono una persona dritta e sincera. Faccio fatica a rispondere a questa domanda e non so nemmeno se sia giusto oppure no rispondere. Spero di sì ma a oggi non ho niente nemmeno da spoilerare. Continuiamo a lavorare, a me fa piacere farlo con questo gruppo e me lo tengo stretto. Per il resto non devo essere io a parlare di questi argomenti”.
A ridosso della fine dell’anno solare a chi va lo scettro di migliore del girone rosso? “In base alle premesse della stagione andrebbe dato alla ‘Effe’. Hanno un nucleo forte ma non so in quanti, onestamente, in estate la avrebbero immaginata dove è adesso. Penso che la squadra più talentuosa in assoluto sia Trieste, hanno fatto fatica all’inizio ma adesso si stanno riprendendo. Fortitudo e Forlì le più solide, ma la squadra più forte è Udine”.
Contro Udine poco da perdere, solo da guadagnare. “Prima di tutto spero di ritrovare lo spirito. I ragazzi hanno giocato grandi partite e nonostante le sconfitte abbiamo combattuto con orgoglio, determinazione e fame. Chiaro che perdere non aiuta ad essere sempre sul pezzo, anche vista la nostra età media. Però le motivazioni non devono mai mancare e spero in una risposta da questo punto di vista”.
Dal reparto infermeria qualche novità? Gli acciaccati di domenica come stanno? “Tilghman andrebbe ringraziato. Non so quanti giocatori stranieri avrebbero chiesto di giocare come ha fatto lui. Non era assolutamente in condizione di scendere in campo. Ceron ha giocato con il naso rotto. Ma nel complesso noi ci stiamo provando e nessuno si tira indietro. Siamo a dicembre e quella di domenica scorsa è la prima serata storta che abbiamo avuto, lasciando perdere i risultati. So che sembra ridicolo però è stata la prima volta che a livello di spirito siamo mancati. Perfetto non è nessuno, neanche chi vince i campionati. Non per giustificare, non dobbiamo più giocare in questo modo ma può capitare a chiunque”.
Domenica al primo canestro di una delle due squadre il ‘Teddy Bear Toss’, l’iniziativa del lancio dei peluche che andranno ai bambini sfortunati del territorio. Un’iniziativa degna di lode. “Queste sono le cose importanti. La pallacanestro è la mia e la nostra vita, ma le cose importanti sono queste. Inviterei i giocatori o gli allenatori che si lamentano a passare ogni tanto nei reparti di pediatria. Magari potrebbe cambiare la prospettiva”.