Fumata nera al tavolo ministeriale per Beko. Il tanto atteso piano industriale non è stato illustrato neanche in questa occasione, nonostante la presenza all’incontro del Ceo di Beko Ragip Balcioglu, il Ministro Adolfo Urso, la sottosegretaria Fausta Bergamotto e una larga delegazione di sindacati e amministratori regionali e provinciali. L’occasione, come già successo in passato, è stata sfruttata per fare una fotografia della difficile situazione che stanno vivendo gli stabilimenti italiani di Beko. Il sito di Siena, ancora una volta, risulta essere quello con la situazione più critica.
Le dichiarazioni
Massimo Martini, segretario generale Uilm Siena: “Stanno prendendo tempo, per il piano industriale convocheranno un altro incontro non prima del 20 novembre. La situazione di Siena resta critica perché manca volume e dobbiamo trovare un modo per creare quell’interesse che, al momento, l’azienda non ha sul sito di Viale Toselli. Beko ha garantito che aderirà alle linee guida della Golden Power voluta dal Governo che speriamo possa limitare i danni”.
Giuseppe Cesarano, segretario generale Fim Cisl Siena: “L’incontro è andato male, ci aspettavamo il piano industriale e invece abbiamo visto solo delle slide sugli stabilimenti che non vanno bene. Siena è quello messo peggio, è una situazione drammatica. Ci hanno spiegato che il comparto del freddo è in crisi e che si andrà verso un piano di dimagrimento degli stabilimenti in Italia. Ci potrebbero essere circa 1500 esuberi su 5000 lavoratori totali in tutta la nazione”.
Daniela Miniero, segretaria generale Fiom Cgil Siena: “Si sono presentati in modo irrispettoso senza un piano industriale. Abbiamo avuto l’ennesima fotografia che conosciamo bene sia noi che loro. Forse non pensavano che precipitasse così il mercato dell’elettrodomestico e non avevano tenuto conto della forte concorrenza asiatica, però, se fai un’operazione come quella che hanno fatto loro (acquisire il 75% di Whirlpool, ndr) e per 9 mesi invece di investire stai a guardare il mercato va avanti e te resti indietro. Io ci vedo molta mala fede. Loro, secondo me, il piano industriale lo sanno attuando da mesi, con le varie chiusure nel resto di Europa. Tutto questo con un atteggiamento tiepido del governo che si è limitato a chiedere investimenti per l’Italia”.