I segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno visitato lo stabilimento senese di Beko Europe, ex Whirlpool, per incontrare i lavoratori visto il clima di forte incertezza per il futuro e i già tanti anni di cassa integrazione che i dipendenti hanno dovuto sopportare.
La visita dei segretari nazionali, all’indomani dell’incontro al Ministero con l’azienda e i sindacati, testimonia ancora una volta la forte attenzione che c’è sul sito senese. Un’attenzione che da una parte rassicura ma dall’altra non può che essere un campanello di allarme, un segnale chiaro dei reali rischi che corre lo stabilimento.
“Innanzitutto il Governo deve schierarsi con i lavoratori. Poi dobbiamo esprimere il nostro punto di vista da sindacato: se nell’elaborare il piano industriale l’obiettivo sarà rilanciare le fabbriche dalla nostra parte troverà dialogo e collaborazione; se così non fosse troveranno un avversario determinato”. A dirlo è il segretario Uilm, Gianluca Ficco che ha anche aggiunto: “Purtroppo gli stabilimenti italiani di Beko Europe sono saturi solo circa al 50%.
Il dato di Siena è quello peggiore però”. La segretaria della Fiom Cgil, Barbara Tibaldi ha detto: “Whirlpool ha venduto dopo anni senza investimenti. Qui dentro si lavora solo al 40%, i nuovi arrivati devono portare soldi e prodotti oppure questo stabilimento soffre. Il Governo ha nuovamente consentito la vendita tra multinazionali e non può tirarsi fuori. Se non riusciamo a saturare questo sito i lavoratori dovranno mobilitarsi”.
Massimiliano Nobis, segretario Fim Cisl, parla della Goldenpower, lo strumento messo in campo dal governo: “Dovrebbe garantire occupazione nei siti produttivi per i prossimi anni. L’esame sarà il piano industriale che porterà Beko. Crediamo che sia un provvedimento importante ma vedremo in che modo e in che tempi lo attuerà il governo”.
Ad accompagnare i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento senese di Beko Europe sono stati i rappresentati locali delle tre sigle sindacali che da ormai molto tempo stanno seguendo la vicenda. Tutti e tre, Cesarano Miniero e Martini, hanno partecipato alle due assemblee svolte con i lavoratori.