Più che un confronto è uno scontro tra le parti e la conciliazione non sembra trovare spazio al tavolo tra Beko e Governo. Nel nuovo faccia a faccia che si è tenuto al Mimit l’azienda ha continuato a prospettare il piano industriale già presentato e l’esecutivo nazionale ne ha chiesto il ritiro. Nel mezzo ci sono circa 2mila lavoratori, 299 di questi a Siena, che vedono svanire sempre più la prospettiva occupazionale oltre il 31 dicembre 2025, la data indicata da Beko per la chiusura degli stabilimenti e l’esubero dei dipendenti. Delusione nei sindacati che avevano chiesto a gran voce ritiro del piano industriale e reindustrializzazione del sito di viale Toselli. Il nuovo confronto, o scontro tra le parti, è fissato per metà gennaio.
“L’incontro è stato deludente – ha sottolineato Daniela Miniero della Fiom Cgil di Siena -. La multinazionale ha confermato la chiusura dei siti, ha confermato sostanzialmente gli esuberi, ha confermato in toto il piano industriale presentato il 20 novembre. Anche alla richiesta delle parti sociali al Ministro Urso di agire sul golden power la risposta è stata deludente. Abbiamo avuto la conferma che questo strumento non serve per evitare i licenziamenti o le chiusure, ma serve eventualmente, qualora l’azienda non dovesse rivedere il proprio piano, a sanzionarla. Siamo amareggiati”.
“Siamo delusi dall’incontro perché ancora una volta la multinazionale ha portato il piano di dismissioni già presentato – ha detto Massimo Martini della Uilm Uil di Siena -. C’è stata una presa di posizione del Governo e del Ministro Urso nella volontà di dare continuità alla golden power ma non ne abbiamo compreso gli effetti. Se gli effetti sono quelli di presentare un piano industriale come quello scorso, gli effetti non ci sono”.
“Sostanzialmente il Ministro Urso ha chiesto alla multinazionale di rivedere il piano industriale e applicare la golden power – ha aggiunto Giuseppe Cesarano della Fim Cisl di Siena -. Le parti sindacali hanno chiesto unitariamente il ritiro del piano industriale. Siena non può chiudere nel 2025, come ci hanno detto il 20 novembre. L’azienda ha preso tempo aggiornando il tavolo a metà gennaio, ha confermato che il momento è difficile e che questo è l’unico piano che possono sostenere”.
Domani è in programma la nuova assemblea dei lavoratori che decideranno come procedere nella protesta. All’incontro odierno al Mimit erano presenti anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la presidente della Provincia di Siena Agnese Carletti e il vicesindaco di Siena Michele Capitani