Confermato lo stop della produzione dello stabilimento senese di Beko alla fine del 2025 ma l’azienda starebbe esplorando la possibilità di trovare un partner per la reindustrializzazione e sarebbero pronti sette milioni di euro per il pagamento dell’affitto fino alla fine del 2027, per la ricerca di un nuovo soggetto industriale, tramite un advisor, e per la bonifica ordinaria dello stabilimento.
Questo in sintesi quanto emerso dal Tavolo Ministeriale in corso a Roma in merito alla situazione degli stabilimenti senesi di Beko. L’azienda avrebbe anche chiesto la cassa integrazione per il sito di Viale Toselli per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2027, cioè quando la produzione si dovrebbe fermare, a meno che non venga trovato un nuovo partner.
L’azienda ha poi ribadito la centralità dell’acquisto dell’immobile da parte di un soggetto pubblico, un tema che potrebbe anche aprire alla possibilità di un incontro ad hoc tra gli enti locali e il Governo.
Le dichiarazioni
Massimo Martini, segretario Uilm Uil Siena: “L’aspetto dell’immobile è centrale, Bergamotto ha sottolineato le diversità di vedute che ci sono a livello territoriale ma siamo convinti di trovare una sintesi. Al tempo stesso c’è un impegno di Beko per quanto riguarda la reindustrializzazione con l’arrivo di un advisor e degli investimenti che vogliono fare su Siena”.
Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena: “Per Siena lo scenario non cambia, lo stop della produzione è stato confermato così come il pagamento dell’affitto fino alla fine del 2027. Il nodo sembra essere l’acquisizione dell’immobile, dovrebbe essere convocato un nuovo tavolo con gli enti locali e il Governo per creare i presupposti per una trattativa che ha come finalità la reindustrializzazione”.
Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl Siena: “L’azienda sostiene che la proprietà del capannone è importante per trovare un nuovo soggetto che investa a Siena. Le parti sindacali sostengono che dal 2026 ci debba comunque essere la possibilità di lavorare, perché lasciare i lavoratori con la cassa integrazione a zero ore non è giusto”