I lavoratori senesi di Beko non ci stanno e rispondono alla chiusura da parte dell’azienda di due siti produttivi in Polonia scioperando e manifestando davanti alla sede di Viale Toselli. Il tanto atteso piano industriale non è ancora stato presentato e per i sindacati il tempo è scaduto: è il momento che l’azienda dia delle risposte.
“Inizia una stagione di mobilitazione alla luce della chiusura dei siti in Polonia perché questo è il loro modo di fare – ha detto la segretaria della Fiom Cgil di Siena, Daniela Miniero -. Come Fiom abbiamo sempre detto che il piano industriale c’è, e questo è solo solo l’antipasto di quello che ci serviranno alla fine. Il messaggio di oggi è chiaro: in Italia non si fa quello che è stato fatto in Polonia. Inoltre, il Comune e la Regione devono mettere in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per governare questa vertenza”.
Per la Uilm di Siena ha parlato il segretario generale, Massimo Martini: “L’azienda è distante e irreperibile. So che la Regione e il Comune hanno provato a contattarla ma hanno trovato le porte chiuse e questo non è un bel segnale. E’ surreale questa comunicazione di chiusura delle fabbriche in Polonia che lascia a piedi 1800 lavoratori”.
Giuseppe Cesarano, segretario generale Fim Cisl Siena, ha aggiunto: “Possiamo dire che Beko è partita con il piede sbagliato. Siamo in attesa di un tavolo ministeriale ma ancora non abbiamo date. Non possiamo aspettare passivamente le sorti del sito di Siena, Beko ci deve dire cosa vuole fare in Italia”.
In attesa che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy convochi un nuovo tavolo di discussione che coinvolga anche l’azienda, la prossima data certa per questa vertenza è quella dell’8 ottobre, giorno in cui i sindacati sono stati convocati dalla Regione Toscana.