Il sindacato Cobas lavoro privato della provincia di Siena che rappresenta nello stabilimento BEKO di viale Toselli il 13,5% della forza lavoro attualmente impiegata, giudica la decisione dell’azienda circa la programmata chiusura degli stabilimenti di Siena, Comunanza e Cassinetta di Biandronno (reparto freddo) molto grave, spregiudicata e pericolosa per la tenuta sociale ed economica dei territori sede degli stabilimenti e delle maestranze coinvolte.
Si parla intanto per l’Italia di almeno 1000 esuberi e fuori da questo conto sono gli impiegati dei centri direzionali ex Whirlpool che rischiano anche loro un drastico ridimensionamento.
Noi Cobas non accettiamo e contrastiamo con tutte le nostre forze la “logica” per cui chi compra e quindi appena arrivato, si senta in ” diritto” di tagliare, anche in assenza di piano industriale, posti di lavoro in tutta Europa.
Ricordiamo infatti che durante i pochi mesi della proprietà BEKO è stato chiuso uno stabilimento in Inghilterra e per due stabilimenti polacchi è prevista la chiusura entro e non oltre il 2025.
A questo fatto si vanno ad aggiungere i tre stabilimenti italiani sopracitati.
” Complimenti” alla BEKO, in pochi mesi e senza confrontarsi con nessuno ha già tagliato o taglierà a breve ben 6 stabilimenti, compromettendo così le esistenze di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
Constatiamo inoltre l’oggettiva impotenza del governo e delle istituzioni locali sul tema del contrasto alle acquisizioni e/o dismissioni di siti produttivi da parte delle multinazionali, senza avere nessuna garanzia sulle tenute occupazionali.
In altre parole, mancano leggi precise e di scopo per affrontare questa situazione che colpisce dappertutto in Italia e in molteplici settori produttivi.
L’esempio di STELLANTIS vale per tutti.
È urgente che governo e parlamento smettano di accapigliarsi per scandali e vicende a luci rosse e si mettano immediatamente al lavoro per dare risposte vere e concrete a milioni di lavoratrici e lavoratori che vedono la loro stabilità economica e lavorativa sempre più compromessa.
In tutto questo contesto, lo stabilimento BEKO di Siena appare oggi il più fragile dei fragili e non si intravedono a ora prospettive e soluzioni di nessun tipo.
Ma la storia insegna che solo lottando tenacemente si potrà cambiare lo stato delle cose presenti.
La lotta che comincerà lunedì 11 novembre alle ore 5,55 fuori dal cancello della fabbrica, oltre al formidabile apporto delle lavoratrici e lavoratori del sito di Siena ha bisogno del sostegno di tutta la comunità senese e della provincia, nessuno escluso.
Rivolgiamo un appello a tutte le istituzioni locali affinché il loro sostegno non venga mai meno alla vertenza BEKO Siena che deve essere la vertenza di tutti.