Come ogni compromesso che si rispetti, la sintesi a cui si è arrivati in seguito al Tavolo Ministeriale, presenta dei punti a favore e a sfavore agli occhi dei lavoratori. Il principale lato negativo riguarda la celeberrima ‘Spada di Damocle’, cioè la data del 31 dicembre 2025: è stato confermato, ad oggi, che quel giorno la produzione di Beko in Viale Toselli si fermerà a tempo indeterminato. A fare da contraltare a questa notizia c’è la decisione dell’azienda di non aprire, sempre per il momento, una procedura di licenziamenti di massa.
Questo perché il contratto di affitto che la multinazionale ha stipulato con il proprietario dell’immobile (un privato), in scadenza il 31 dicembre 2027, verrà onorato, e fino a quella data, Beko resterà sul territorio a prescindere dallo stop della produzione. In quel periodo di ‘limbo’ i lavoratori, con tutta probabilità, dovranno contare solo sugli ammortizzatori sociali. Il lavoro da fare in questo periodo è una reindustrializzazione del sito che passa, inevitabilmente, dall’acquisto dell’immobile da parte di un ente pubblico. Comune di Siena, Provincia e Regione si sarebbero dette pronte, con l’aiuto del Governo, ad iniziare una trattativa per raggiungere questo obiettivo. In parallelo a questa attività, tutte le parti coinvolte in questa vicenda dovranno cercare dei nuovi soggetti pronti ad investire su quel sito perché Beko ha ribadito che, nonostante la permanenza fino al 2027, l’azienda vuole lasciare Siena.
Adesso inizieranno delle fitte interlocuzioni tra azienda, Governo, sindacati e lavoratori e il primo appuntamento in programma è fissato per il 10 febbraio, quando tutti i protagonisti di questa vertenza si troveranno nuovamente seduti al Tavolo Ministeriale per entrare, ulteriormente, nel merito del futuro dello stabilimento di Viale Toselli.