Omicidio stradale: è stato condannato oggi dal Tribunale di Siena, a 3 anni, l’autista che si trovava alla guida del bus coinvolto nel tragico incidente stradale avvenuto il 22 maggio 2019 sulla Siena-Firenze, all’altezza di Monteriggioni, che provocò il decesso di una guida turistica russa di 41 anni, sbalzata fuori dal veicolo e trafitta mortalmente dalla lamiera del guardrail, oltre al ferimento di 37 persone e del prolungato blocco del traffico.
Contestualmente, il Tribunale ha assolto con formula piena gli altri imputati, due tecnici, un architetto e un perito, che venivano accusati di omicidio colposo, ma in realtà come stabilito, non avevano responsabilità circa la manutenzione di quel tratto stradale (per loro, al pari del conducente, la richiesta del pm era di 3 anni).
Il verdetto è stato emesso dal giudice Simone Spina al termine di un procedimento assai complesso e ricco di aspetti tecnici, trattati in varie consulenze specifiche, sia disposte dal giudice, che di parte. Attesa adesso per le motivazioni che saranno depositate entro 90 giorni e stabiliranno i ragionamenti seguiti dal giudice per assegnare le responsabilità della tragedia. Oltre alla conclamata distrazione alla guida dell’autista che manovrando la plancia di comando del mezzo perse il controllo (disposta per l’uomo anche l’interdizione dai pubblici uffici e la revoca della patente), per la Procura il disastro sarebbe stato concausato anche da un guardrail risultato non a norma, contro cui è andato a sbattere il bus, tanto che uno dei consulenti ha assicurato che se la barriera fosse stata a regola d’arte l’esito del sinistro sarebbe stato ben diverso. Un tema, questo delle barriere, ampiamente dibattuto in aula (per i difensori dei tecnici erano pienamente funzionali) e su cui le motivazioni metteranno un punto.
C.C