L’onda lunga degli incrementi di produzione e vendita post covid adesso si fa sentire. La camperistica in Valdelsa vive l’effetto elastico dopo il biennio 2022 e 2023 e a pagare sono i lavoratori. Circa 50 quelli con contratto a tempo determinato a cui non sarà rinnovato il rapporto di lavoro. Ma guai a chiamarla flessione di mercato, il termine più appropriato è crisi.
“Quella che viene definita flessione di mercato ma che, per quanto attiene ai mancati rinnovi contrattuali e perdita di posti di lavoro, andrebbe definita crisi – sottolinea la segretaria provinciale della Fiom Cgil Daniela Miniero -. Quando si lasciano a casa numeri importanti di lavoratori con un’anzianità anche importante, per noi è crisi”.
Il paradosso sta nel fatto che proprio quei lavoratori, seppur precari, sono stati fondamentali per lo sviluppo di produzione e vendita che il settore della camperistica si sta lasciando alle spalle. Ma la risposta alla crisi di mercato non può essere il mancato rinnovo dei contratti di lavoro.
“Tutto questo è il frutto non tanto di una crisi di mercato ma è la conseguenza di un mercato drogato dalla bolla covid e da alcune scelte di mercato – aggiunge Miniero -. Il punto è: in un settore che ha registrato degli utili importantissimi, per usare un eufemismo, possibile che adesso la gestione di un momento di flessione debba essere a danno solo dei lavoratori? E’ una cosa non solo ingiusta da un punto di vista etico e sociale, ma che grida vendetta”.