Grazie al rapporto di collaborazione che Camera di Commercio ha instaurato da alcuni anni con Prometeia, una delle più importanti società europee di consulenza e ricerca economica, è possibile elaborare alcune stime sul consuntivo economico 2022 e delle previsioni per il 2023 relativamente ai principali indicatori economici della provincia.
“Come atteso, il 2023 va configurandosi come un anno di rallentamento mondiale – sottolinea il Presidente Massimo Guasconi –. Sono emersi, tuttavia, anche alcuni segnali di tenuta dell’attività economica che contribuiscono a delineare un quadro meno negativo di quanto stimato lo scorso anno. Tra i fattori che hanno concorso a migliorare il quadro economico c’è sicuramente l’abbandono della strategia “zero Covid” da parte del governo cinese ed anche un progressivo abbassamento dei prezzi dei beni energetici. Tale tendenza, purtroppo, non si è ancora trasferita all’inflazione “core” determinando la prosecuzione della fase di trasmissione degli shock dai prezzi alla produzione a quelli al consumo. In tale contesto, non è prevedibile un possibile allentamento della politica monetaria restrittiva da parte delle Banche Centrali: primi segnali di allentamento e di riduzione dei tassi non sono previsti prima del prossimo anno. Sullo scenario complessivo incombono comunque alcuni fattori di rischio quali la possibile propagazione degli effetti delle crisi bancarie che si sono succedute in questi mesi, l’apparente difficoltà delle Banche Centrali a trovare un equilibrio fra necessità di riduzione dell’inflazione e rallentamento delle economie, l’andamento dei prezzi delle materie prime e la crescita delle tensioni geo-politiche. Il 2023 sarà quindi un anno di rallentamento per l’economia italiana anche se, al momento, non è prevedibile una flessione del PIL. Si ipotizza invece un vistoso rallentamento dei consumi delle famiglie (dal +5,6% del 2022 al +0,5% di quest’anno), così come degli investimenti (dal +9,7% al +2,3%) ed un significativo rallentamento della dinamica occupazionale che dal +3,5% del 2022 scenderebbe al +0,8% del 2023.”
“Per quanto concerne la provincia di Siena – prosegue Massimo Guasconi – Il valore aggiunto 2022 si dovrebbe attestare, a fine anno, a circa 8 miliardi di euro, in crescita del 4,4% in termini reali. Nel 2023 è evidente la ricaduta a livello provinciale del rallentamento descritto a livello mondiale: il valore aggiunto provinciale si dovrebbe attestare a 8,33 miliardi in valori correnti, con una crescita dello 0,9% in termini reali. Analizzando i singoli settori l’agricoltura, dopo aver subito una perdita del 4,7% nel 2021, continua ad accusare difficoltà anche negli anni successivi: -3,7% nel 2022, -2,6% nel 2023 e -0,9% nel 2024. Al contrario, il manifatturiero archivia un brillante risultato nel 2021 (+9,9%) per poi cedere nuovamente nei due anni successivi (-1,9% nel 2022 e -0,9% nel 2023), ritornando probabilmente al segno positivo solo nel 2024 (+0,4%). Le costruzioni continuano a beneficiare della potente spinta degli incentivi fiscali che ha consentito una crescita sia nel 2021 (pari a + 9,4%) che nel 2022 (pari a + 13,6%). Dal 2023 la riduzione degli incentivi e le difficoltà operative emerse già nell’ultima parte dello scorso anno hanno indotto un sensibile rallentamento: al momento la crescita del valore aggiunto dell’edilizia si attesta per l’anno corrente a +3,7%, con una previsione negativa per il 2024 (-1,7%). Infine, i servizi, dopo aver chiuso il 2021 con un +4,8%, accelerano ulteriormente nel 2022 (+6,1%), grazie anche alla ripresa vigorosa del turismo. Anche per questo comparto, però, nel 2023 si palesano segnali di rallentamento che dovrebbero limitarne la crescita ad un +1,4%.
“L’elaborazione dei dati Prometeia – spiega il Segretario Generale dell’Ente camerale Marco Randellini – ci permette anche di prevedere un plausibile andamento del nostro export: il 2022 si è chiuso con una brillante crescita del 36,3%, sospinta in particolare dagli ottimi risultati del comparto farmaceutico, da quello del vino, dalle apparecchiature elettriche e dai macchinari. Per i prossimi anni, però, le stime formulate da Prometeia mostrano una probabile flessione stimata al -2,5% per il 2023 e al -1,4% per il 2024. Per quanto concerne il reddito disponibile delle famiglie senesi a valori correnti le stime mostrano una crescita del 7,4% nel 2022 per poi assestarsi nel 2023 (+4,2%) e nel 2024 (+3,8%). Tale andamento, essendo calcolato sui valori correnti, non tiene conto della dinamica inflattiva e quindi non tiene conto della perdita del potere d’acquisto del reddito stesso: con l’inflazione ai livelli attuali (l’indice nazionale dei prezzi al consumo ISTAT riferito all’aprile 2023 ha registrato un aumento dell’8,3% su base annua) si può senz’altro affermare che sia nel 2022 che nel 2023 il reddito reale delle famiglie abbia subito contrazione piuttosto che una crescita.
Anche la spesa per consumi finali delle famiglie, aumentata in modo considerevole nel 2022 (+12,4%), evidenzia una successiva fase di assestamento che la porta ad aumentare del 5,1% nel 2023 e del 3,4% nel 2024. Analogamente a quanto descritto per il reddito, le spinte inflazionistiche hanno sicuramente giocato un ruolo di primo piano nella dinamica dei consumi espressi in valori correnti e ciò comporta che la crescita reale dei consumi possa essere molto più contenuta.
Sul fronte dell’occupazione, per quanto riguarda gli occupati ad un positivo bilancio per l’anno 2022 (+2,1%) dovrebbero far seguito andamenti moderatamente positivi (+1% nel 2023 e +0,7% nel 2024). Se si analizzano le unità di lavoro (ULA), un’unità di misura del volume di lavoro prestato, si ha un andamento similare: per il 2022 si registra una crescita del +1,6% mentre le stime per gli anni successivi indicano un +1% sia per il 2023 che per il 2024.”