“Atteggiamento contraddittorio del gruppo dirigente, qualcuno nel centro sinistra ha fatto di tutto per perdere”
Dalla lista In Campo a sostegno di Bruno Valentini arrivano autentiche bordate all’indirizzo del Pd dopo la sconfitta dell’ex sindaco al ballottaggio:
“Luigi De Mossi – è l’attacco della nota stampa- è stato abile a trasformare le elezioni in un referendum sull’arroganza del Pd Senese. Per questo riteniamo che sulla sconfitta di Bruno Valentini pesi moltissimo la responsabilità del Partito Democratico, con particolare riferimento al gruppo dirigente cittadino che in buona parte ha tenuto un atteggiamento come minimo contraddittorio sulla candidatura del Sindaco uscente. Prima in aperta ostilità (si ricorderanno i vari epiteti con cui veniva appellato quasi quotidianamente il Sindaco: “inadeguato”, “incapace”, “ragioniere”). Poi in forte resistenza, con vari tentativi falliti l’uno dopo l’altro di formare una coalizione. Il primo fallimento con i soli partiti con rappresentanza parlamentare, ovvero LEU (con i suoi 1400 voti) e “La Martinella” (che alle amministrative 2018 ha preso 166 voti). Il secondo fallimento con i movimenti già presenti in Consiglio, che declinarono l’invito per la mancanza di chiarezza e di autorevolezza del PD”.
“Anche il percorso interno al PD sembrava pensato “ad escludendum” in funzione anti candidatura di Valentini, prevedendo in ordine: tour nei circoli senza il Sindaco; tour nei circoli con il sindaco; referendum (mai fatto), primarie (mai fatte) con David Chiti (che quattro mesi fa voleva rifondare il centro sinistra ma ora sostiene De Mossi), Pinciani, Bianchi, Mezzedimi (nessuno dei quali raccolse le firme necessarie). Non ci nascondiamo però che anche alcuni indirizzi politico-amministrativi hanno influito negativamente sull’esito finale del voto: le politiche di mobilità con un eccessivo accanimento ideologico verso i mezzi privati e l’assenza di un coordinamento efficace nella manutenzione programmata e dei lavori pubblici hanno eroso un consenso importante in questi 5 anni. Probabilmente un rimpasto di giunta attivo (anziché passivo per dimissioni altrui) avrebbe consentito quel cambio di passo che invece è mancato e avrebbe sgombrato prima e meglio il campo dai camaleonti che sono già in fila per riciclarsi come “salvatori della patria”, mentre si riaffacciano sulla scena cittadina personaggi pronti a tutto per gestire potere e decisioni importanti. Qualcuno nel centro sinistra ha fatto di tutto per perdere. E c’è riuscito. Se ne assuma le responsabilità e faccia finalmente le dovute considerazioni per non far più perdere tempo a nessuno”.