Alcune terapie provate per combattere il cancro da amianto non sarebbero efficaci: è questo il fulcro di una ricerca partita dall‘Università di Siena che ha visto la collaborazione della Sbarro Health Research Organization, del Gime e di un gruppo internazionale multidisciplinare di ricercatori da diverse istituzioni tra Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Italia e Israele. Il problema di fondo sarebbe l’impianto dei maxi-trial sui quali poggia il via libera ai nuovi farmaci per combattere il cancro da amianto.
“In questo studio ci siamo occupati anche di valutare quali sono i risultati delle sperimentazioni cliniche disponibili per questa patologia così grave – afferma il professore dell’Università degli Studi di Siena e direttore dello Sbarro Institute Antonio Giordano – Purtroppo abbiamo visto che il disegno di molti di questi protocolli innovativi non è stato accurato. I risultati dimostrano chiaramente che i protocolli di immunoterapia non hanno avuto nessun effetto sulla sopravvivenza o nel migliorare la qualità dei protocolli terapeutici già disponibili“.
Le nuove tecnologie sono comunque una risorsa fondamentale per la guerra contro il cancro da amianto, ma è ancora necessaria molta sperimentazione. “Torniamo a sviluppare lavoro di ricerca scientifica – dice Giordano – cerchiamo di migliorarne la qualità e la precisione dei farmaci e non avventiamoci su una tecnologia interessantissima ma che ha ancora bisogno di molto sviluppo“.