Partiamo dal presupposto che i cani randagi hanno un costo per la comunità. La legge infatti prevede che ogni comune sia dotato di un servizio di recupero dei cani vaganti, di un canile sanitario dove poter fare la quarantena e di un canile rifugio dove tenere in stallo i cani in attesa del recupero da parte del proprietario o di un’adozione, se i cani sono senza microchip e quindi iscrizione all’anagrafe canina.
I comuni si sono organizzati appoggiandosi a varie strutture per poter gestire il fenomeno del randagismo. Siena aveva scelto di appoggiarsi alla struttura di Murlo, pagando un costo altissimo. Ai tempi di Bruno Valentini sindaco il comune sborsava circa 180 mila euro all’anno perché la quota veniva conteggiata in base al numero di abitanti del comune e non sul numero di cani recuperati e detenuti. Furono proprio Valentini e l’assessore Leonardo Tafani che decisero di cercare un appoggio su Siena e staccarsi dal contratto di Murlo. Era il 2017. Fu individuata l’azienda agricola Colle Pinzuto alla quale venne fatto un affidamento diretto nel gennaio del 2017 e poi un bando di tre anni più tre per il recupero e detenzione dei cani. Intanto a Siena si va alle urne e Luigi De Mossi diventa sindaco.
Tutto sembra procedere per il meglio, ma arrivano le lamentele dei vicini di casa perché i cani abbaiano e disturbano la quiete pubblica. Viene aperto un fascicolo e la procedura va avanti in tribunale fino al 2022. Nel 2019 appena scatta la denuncia, l’amministrazione chiede all’azienda di Colle Pinzuto di risolvere il problema. La soluzione è spostare il canile in un altro terreno sempre di proprietà dell’azienda agricola. Il comune chiede però una valutazione di impatto acustico da allegare alla pratica di concessione edilizia. Tutto perfetto. Arriva la pandemia e il mondo si ferma, compresa la pratica per l’inizio lavori. Poi ci sono le elezioni e al posto di De Mossi arriva Nicoletta Fabio. Intanto a giugno del 2023 scade il contratto con il canile di Colle Pinzuto e vengono fatte due proroghe: una fino a settembre del 2023 e la seconda fino alla fine dell’anno, in attesa del nuovo bando. A novembre 2023 esce il bando e l’azienda di Colle Pinzuto se lo aggiudica.
Nel frattempo però le regole cambiano e la Asl chiede di ristrutturare il vecchio canile perché non ha più i requisiti per poter lavorare con le pubbliche amministrazioni. Il vecchio canile però non può essere ristrutturato perché i vicini non vogliono sentire i latrati dei cani e ancora non è pronta la concessione edilizia per l’inizio dei lavori del nuovo canile per il quale l’azienda Colle Pinzuto, sta pagando il mutuo da ben quattro anni in attesa di poter trasferire il tutto.
La burocrazia non è uno scherzo quando si deve lavorare. Successe qualcosa del genere anche al canile di Murlo: alcuni anni fa, dovettero appoggiare per qualche mese, i cani a Colle Pinzuto per fare i lavori di ampliamento dei recinti e non perdere così l’accreditamento per partecipare ai bandi dei comuni. Il canile di Siena ha comunque lavorato molto bene in questi anni, lo dimostra il fatto che ad oggi ci sono solo cinque cani pronti per l’adozione e cinque che devono ancora essere curati e si trovano nel canile sanitario che ha ottenuto la certificazione dalla Asl per tenere i cani in stallo. Grazie al lavoro di costante collaborazione con le volontarie dell’Assta Siena, i cani abbandonati hanno sempre trovato una famiglia che li ha accolti. Per loro sono stati fatti percorsi a hoc per capirne il carattere e le esigenze e trovare affidatari giusti per costruire una relazione duratura.