Capodanno senese, la città respira la sua tradizione

"Rinascita" è la parola chiave per le celebrazioni di quest'anno, con la volontà di tornare finalmente alla normalità dopo due anni senza Palio

Di Redazione | 25 Marzo 2022 alle 20:08

Capodanno senese, la città respira la sua tradizione

Il rullo dei tamburi, il suono delle chiarine, le bandiere che tornano a colorare la città , così il Capodanno senese riporta Siena a respirare la sua tradizione, ormai assente da due anni. Alle 17 si è tenuta la celebrazione è nella chiesa della Santissima Annunziata con l’offerta del cero da parte del Magistrato delle contrade, presenti i 17 priori, le istituzioni cittadine e le comparse delle 17 contrade. A seguire si è svolta la lectio magistralis tenuta dallo psicoterapeuta, il Prof. Tonino Cantelmi, che ha parlato in particolare delle difficoltà affrontare dai giovani durante la pandemia e del loro rapporto con il modo digitale.

“Mi è piaciuto tantissimo vedere alfieri e tamburini giovanissimi – dice il Professor Tonino Cantelmi – Credo che riuscire a mantenere viva una tradizione e riuscire a proiettarla nel futuro sia qualcosa di difficile ma straordinario. Finché c’è uno spazio condiviso tra giovani e adulti è segno di salute”.

A seguire è stato il Rettore del Magistrato delle contrade Gianni Morelli, nel suo primo momento pubblico da nuovo Rettore, ha ripercorso la storia del capodanno senese, ma non solo il Rettore ha espresso la grande volontà di tornare finalmente alla normalità dopo due anni senza Palio, ma sempre nel rispetto delle norme e in accordo con le istruzioni, che nell’occasione ha ringraziato. Ha poi sottolineato quanto sia rimasta inalterata la passione e solidarietà delle contrade in questi due anni, elementi da non sottovalutare . Veramente quindi “il Palio si corre tutto l’anno”, ha concluso il Rettore, le contrade durante questa pandemia ne sono state una conferma. “Non sarei un contradaiolo se non mi fossi emozionato oggi – commenta Morelli – Oggi è il giorno dell’annunciazione, una rinascita terrena che riguarda la nostra Festa e i nostri popoli. Le contrade hanno bisogno di educare nella maniera giusta i giovani – prosegue il Rettore del Magistrato in merito alla lectio magistralis di Cantelmi -L’evolversi dei social ha stravolto tanti nostri modi di fare e ragionare, il digitale ben venga ma entro certi limiti e cercando id gestirlo nel miglior modo possibile”.



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