“Nella nostra provincia ci sono più casi di quanto immaginiamo e pensiamo”. A dichiaralo è stata Daniela Spiganti della segreteria dell Cgil di Siena a proposito dello sfruttamento lavorativo e il caporalato, due piaghe ben radicate in provincia di Siena. Non è un caso che il tema sia stato trattato in modo approfondito nella due giorni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui ha preso parte anche Spiganti per la Cgil. Sull’argomento, a partire da settembre, verrà istituito un tavolo permanente per tentare di debellare, o quanto meno di tamponare, questa piaga che infesta soprattutto il settore agricolo.
“Dietro lo sfruttamento del lavoro e il capolarato c’è quasi sempre illegalità anche strutturata, che trova terreno fertile dove c’è fragilità. Quindi credo che in agricoltura in modo particolare vadano monitorati appalti ed esternalizzazioni di fasi di lavoro, anche perchè è proprio lì che troviamo le maggiori debolezze, lavoratori stranieri, immigrati, che si ritrovano in un paese che non conoscono, una lingua che non conoscono, così come i propri diritti.
Il settore agroalimentare e vitivinicolo è una delle eccellenze di Siena e provincia. I lavoratori meritano il massimo delle tutele ma la soluzione per abbattere lo sfruttamento e il caporalato non è semplice da formulare nè da attuare.
“La prevenzione è la cosa principale, quindi la denuncia e i controlli. Magari l’inserimento di una certificazione o un “premio” per le imprese che assumono persone che sono state oggetto di sfruttamento o che hanno denunciato una situazione del genere”.