Per fronteggiare la piaga del caporalato durante la vendemmia in provincia di Siena sono state verificate 21 aziende e controllati 233 lavoratori dagli Ispettorati territoriali del lavoro di Siena e Grosseto. Il bilancio finale “è risultato essere piuttosto gravoso: con tre provvedimenti di sospensione adottati nei confronti di altrettante attività imprenditoriali per il superamento della soglia del 10% di lavoro nero, a fronte di 18 lavoratori sprovvisti di regolare assunzione, tra i quali sei clandestini”.
Oltre ad essi, sono risultati circa 35 i lavoratori con irregolarità di altro tipo, “in particolare errate o mancate registrazioni sul libro unico delle giornate lavorate e la mancata tracciabilità dei pagamenti retributivi ai lavoratori”. Trovate inoltre altre 21 violazioni per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, in tema di prevenzione, relative a “omesse valutazioni dei rischi specifici e le azioni mitigative più idonee, la formazione d’accesso al lavoro, la sorveglianza sanitaria, la consegna e l’uso dei dispositivi di protezione (Dpi)”. Gli ispettori del lavoro sono stati affiancati anche dai mediatori culturali dell’Organizzazione internazionale migranti proprio con l’obiettivo focalizzato al contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo.