Un’ispezione dell’Ispettorato del Lavoro nella provincia di Siena contro il caporalato durante la vendemmia ha scoperto 16 operai senza contratto regolare e altri quattro senza permesso di soggiorno. Sospese due attività.
I controlli hanno riguardato 50 lavoratori intenti nelle vigne. L’ispezione, effettuata nell’ambito della vigilanza denominata ‘Alt Caporalato 2’, ha visto impegnate le forze ispettive degli Ispettorati territoriali di Siena e di Grosseto, coi mediatori culturali dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Questo significa che un terzo della forza lavoro controllata operava in condizioni di irregolarità contrattuale o legale, evidenziando la persistenza del fenomeno del lavoro sommerso e del caporalato nel settore agricolo.
Per la Flai Cgil Toscana “L’ennesimo caso di sfruttamento e caporalato è lo spaccato di un’economia primaria sofferente – dichiara il segretario generale Mirko Borselli -. Sfruttati nei campi, nelle vigne del nostro prodotto agricolo più conosciuto ed apprezzato nel mondo, il Chianti. Le indagini dimostrano quanto ancora ci si da fare in agricoltura per garantire l’applicazione della legge 199 del 2016 sul contrasto al caporalato – Flai Cgil Toscana – Si susseguono i casi, anche nella nostra regione, in cui il fenomeno viene affrontato in assenza di reale efficacia in termini di contrasto preventivo”.
“L’ennesimo caso di caporalato – aggiunge Borselli – dimostra altre dinamiche conosciute e su cui è necessario intervenire: il sistema degli appalti dietro cui si maschera sfruttamento e di conseguenza condizioni lavorative che si prestano a gravi infortuni; caporali che spesso reclutano lavoratori extracomunitari nei centri di accoglienza straordinaria, spostando la mano d’opera verso provincie e regioni limitrofe seguendo le diverse fasi stagionali delle colture, in un contesto normativo che continua ad adottare un approccio emergenziale a fronte di un fenomeno strutturale, quello dell’immigrazione, che interessa regolarmente il nostro paese”.