Carcere di Ranza, dall'Arcidiocesi 100 lampade ai detenuti per poter studiare

"La cultura rende liberi" spiega Cardinale Lojudice, Arcivescovo di Siena - Colle di Val d'Elsa - Montalcino

Di Redazione | 24 Settembre 2021 alle 9:42

Carcere di Ranza, dall'Arcidiocesi 100 lampade ai detenuti per poter studiare

Lunedì prossimo, 27 settembre 2021, alle ore 9 presso la casa di reclusione di Ranza (San Gimignano – SI) il Cardinale Augusto Paolo Lojudice Arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino consegnerà al direttore del carcere, Giuseppe Renna, una fornitura di 100 lampade a led, con particolari caratteristiche di fluorescenza, destinate alle camere di pernottamento dei detenuti del Polo Universitario.

Le lampade speciali sono funzionali a una illuminazione che consenta lo studio autonomo anche nelle ore in cui l’impianto centrale non sia attivato. Questo per dar modo così agli studenti detenuti della struttura di studiare in orari autonomamente decisi e gestiti da loro stessi.

Il Cardinale sarà accompagnato dai professori Fabio Mugnaini e Massimo Bianchi, delegati del Magnifico Rettore dell’Università di Siena per il Polo Universitario Penitenziario.

“La cultura rende liberi” spiega Cardinale Lojudice, Arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino “ed è per questo che abbiamo deciso, in accordo con i delegati rettorali, di accogliere la donazione di una fornitura gratuita di lampade speciali che possano permettere ai detenuti di studiare e di proseguire un percorso decisivo per cambiare la loro vita”.

“Un detenuto alcuni anni fa – aggiunge il Cardinale – mi ha confidato che da quando aveva iniziato a studiare si sentiva un uomo libero, anche da dietro le sbarre. Questa storia è emblematica e ci comunica speranza e la voglia di rinascere e dimostra che anche nelle condizioni più difficili la vita ci presenta sempre una nuova opportunità”.

“Nel carcere di san Gimignano verranno accese idealmente 100 lampadine – conclude il Card. Lojudice – come segno di speranza e di volontà di riscatto. Il carcere in tale contesto potrà diventare veramente un luogo di riabilitazione e di cambiamento e tutto questo grazie ad una perfetta sinergia tra l’Arcidiocesi e l’Università di Siena”.



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