Smartphone e microcellulari nascosti nelle camere detentive e nelle parti intime dei detenuti: a trovarli la Polizia Penitenziaria del carcere di San Gimignano, grazie a un’operazione coordinata dal comandante di reparto e dai suoi più stretti collaboratori.
A darne notizia il sindacato Uilpa che “loda il lavoro delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria che tutti i giorni lavorano per garantire la sicurezza nell’istituito penitenziario e che ancora di più oggi hanno dimostrato la dedizione e lo spirito di sacrificio non indifferente nello svolgere i compiti istituzionali loro demandati”.
Il rinvenimento dei telefonini “dimostra come, nonostante adesso sia punito penalmente chi in modo illecito usa cellulari all’interno dei penitenziari, continuino ad entrare illegalmente questi oggetti non consentiti ggiunge Uilpa, che prosegue “il problema dell’introduzione dei telefonini negli istituti pone diversi interrogativi sia sull’entità della pena che viene inflitta ai detenuti autori di questo reato, sia sulla carenza dei mezzi che la polizia penitenziaria ha per contrastare questo fenomeno ormai diffuso in tutta la nazione”.
Il sindacato afferma poi “è auspicabile che il personale venga equipaggiato di strumenti atti ad inibire questo tipo di reato e formato all’utilizzo degli stessi, che a quanto sembrerebbe sono fermi al provveditorato. Non meno importante sarebbe l’invio alla CR San Gimignano di risorse umane dalla imminente mobilità nazionale, per adempiere ai propri servizi istituzionali e garantire soprattutto la sicurezza contro detenuti del circuito alta sicurezza – prosegue l’organizzazione- . Un plauso va come sempre, senza mai stancarsi di ripeterlo, a tutto il personale di polizia penitenziaria in servizio a San Gimignano e negli altri Istituti toscani che oggi ha svolto questa brillante operazione, dal comandante di reparto, sottufficiali agli agenti dimostrando che tutti i ruoli, se ben coordinati, portano ad un ottimo lavoro” conclude Uilpa.