“Troppi dubbi sulla morte di mio marito” ha detto la moglie di Monciatti
“A distanza di un anno, dopo aver visitato l’appartamento e ricevuto tutte gli effetti personali che avevamo lasciato in quell’appartamento emergono tantissimi dettagli che mi spingono a chiedere alle autorità italiane, al Ministero degli affari esteri, alla Procura di indagare sul posto di lavoro di mio marito”. A chiederlo a Roma dalla Sala Aldo Moro del ministero degli Affari esteri e della cooperazione, la moglie del funzionario del consolato italiano Mauro Monciatti morto in circostanze ancora da chiarire lo scorso anno in Venezuela nello svolgimento del suo lavoro. Per ricordare la sua figura e tenere ancora alta l’attenzione sulla sua morte sulla quale è stata aperta un’indagine dalla Procura di Roma contro ignoti per omicidio, i suoi ex colleghi del sindacato Flp hanno voluto organizzare un convegno al quale, oltre ai familiari e all’avvocato Andrea Mugnai e il sindaco di Sinalunga Riccardo Angoletti, ha preso parte anche il segretario generale ambasciatore Belloni.
“Come moglie di Mauro e dopo averlo accompagnato per 23 anni – ha detto Valentina – chiedo al ministero di eseguire un’ispezione contabile di quel particolare consolato perché la situazione di quell’amministrazione lascia troppi punti interrogativi aperti. Questa perdita riguarda anche lo Stato italiano e la ricerca della verità riguarda anche lo Stato italiano”. “Con grande cuore devo riconoscere la partecipazione di tanti colleghi di Mauro ma c’è stato un silenzio abbastanza profondo da parte della Procura. Purtroppo dallo Stato italiano ho ricevuto solo due lettere di condoglianze – ha aggiunto la moglie – Tutto quello che abbiamo ricostruito lo abbiamo fatto da soli grazie ai nostri avvocati e al sostegno dell’amministrazione comunale. Dov’è lo Stato? Non lo sento lo Stato. Io non potrò vivere il resto della mia vita con l’idea che Mauro Monciatti sia morto per infarto. Spero tanto nella partecipazione dello Stato altrimenti io andrò avanti da sola”.
“Purtroppo c’è stata tutta una fase iniziale che è rimasta in sospensione – ha aggiunto l’avvocato di famiglia Andrea Mugnai – perché la richiesta di rogatoria è stata fatta a luglio 2016 e negli ultimi mesi la Procura ha profuso il massimo impegno. Ci risulta che finalmente le due autopsie sono state tradotte in italiano e questo ci fa ben sperare per una conclusione in tempi rapidi della vicenda giudiziaria”. “Perché il caso Monciatti è stato dimenticato? – ha concluso il sindaco di Sinalunga Riccardo Agnoletti – Noi siamo dipendenti dello Stato e non ci possiamo permettere di abbassare la guardia. Noi abbiamo raccolto firme, abbiamo interpellato consigli comunali, regionali e anche parlamentari italiani. Il vostro obiettivo deve essere quello di non far cadere tutto nell’oblìo perché solo così riusciremo a dare risposte e ricercare la verità”.